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Categoria: Lifestyle

Alessandra Pierelli e la sua arte!

    Alessandra Pierelli io la amo. Lo dico subito. Prima di iniziare una qualsiasi descrizione seria. Prima di parlare delle sue tecniche. Prima di parlare della sua arte. Prima…

 

 

Alessandra Pierelli io la amo.

Lo dico subito.

Prima di iniziare una qualsiasi descrizione seria.

Prima di parlare delle sue tecniche.

Prima di parlare della sua arte.

Prima di parlare di lei.

 

Incontrata ad una cena vista mare,

il caso ci ha messe sedute una accanto all’altra

ed è scoccata immediatamente la scintilla.

Quella scintilla che ti fa dire: 

” Cavolo, mi sembra di conoscerla da una vita! “

 

 

 

 

Raccontarla è cosa ardua perchè la sua è veramente una Storia.

Parlano le sue opere, i suoi colori, le sue scelte.

Se volete scoprire di più potete andare sul suo sito.

Dopo aver letto questa intervista dove ci ha aperto il cuore.

 

 

Alessandra Pierelli Art

 

 

 

 

Alessandra, dalle Marche passando per l’Umbria per approdare a Trieste.

Un mezzo giro d’Italia.

Raccontaci un po’ di te.

 

Nelle Marche ho vissuto fino a 19 anni, visto che poi mi sono subito spostata a vivere a Milano (dove ho frequentato l’Accademia di belle Arti) e, successivamente, a Londra.

Ho sempre viaggiato molto e vissuto per brevi periodi anche a Madrid e a New York.

A New York vivevano il mio maestro d’arte, Nicolas Carone (uno dei maggiori esponenti della corrente dell’espressionismo astratto, direttore dell’International Art School di New York e grande amico del mercante d’arte triestino Leo Castelli) e anche l’altro artista americano con cui ho collaborato, Al Held.

Li ho conosciuti entrambi  in Umbria, a Todi, dove ho vissuto per vent’anni con il mio primo marito, e i miei due figli più grandi.

A Trieste invece sono arrivata nel 2015, sempre per amore, per seguire Michele, che poi è diventato il mio secondo marito e il papà della mia terza figlia, Bianca.

A Trieste mi è sembrato di tornare alle origini, essendo nata in una città di mare, Ancona.

ùTrieste l’ho sentita subito mia, è una città, bellissima, mai scontata o banale, e me ne sono innamorata. Dal punto di vista del processo creativo, Trieste è un territorio molto fertile per me, c’è il mare, un elemento che favorisce l’introspezione, che mi riporta alla natura delle cose e che mi regala benessere ed equilibrio.

Il tasto dolente è rappresentato dal lavoro: Trieste infatti è una città molto classica e, nonostante ci sia curiosità, non mi garantisce un sufficiente riscontro per il mio tipo d’arte. Mi devo quindi spostare frequentemente a Milano e a Roma (ma anche in altre città), per collaborare con gallerie, spazi espositivi e per partecipare a eventi artistici. Inoltre, da alcuni anni collaboro anche con una galleria di Los Angeles, metropoli dove spero di riuscire ad andare presto.

 

Appassionata di arte e di bellezza in tutte le sue forme.

Quando hai iniziato e da dove nasce questa passione.

 

Credo che questo talento e questa passione mi sia stano state trasmesse da mia madre, che è una bravissima artista figurativa, e che si siano poi rafforzate anche grazie all’influenza di mio fratello maggiore (anche lui disegnatore/fumettista).

Mia madre, inoltre, è anche un’amante dell’arte in generale e una collezionista, quindi sono cresciuta respirando arte in casa, circondata da bei quadri e mobili di design.

Credo che tutto questo abbia influito molto e prodotto in me uno spiccato senso estetico.

Ricordo che già da piccolissima ho iniziato a provare interesse per il disegno, la creazione e la manualità. Disegnavo esercitandomi a ricopiare pupazzi e disegni che mi piacevano, e giocavo spesso con la plastilina, realizzando piccole statuine. Da allora non ho più smesso e per me è come se fosse una droga; ho sempre bisogno di pensare a qualcosa di nuovo da creare, di avere le mani sporche di colori, resina, stucco.

Quando sono presa dalla realizzazione dei miei lavori, potrei anche andare avanti per ore, totalmente rapita (quasi ipnotizzata) da ciò che sto facendo. A volte mi capita di non sentire neanche la stanchezza o la fame.

Oltre all’arte, ho molti altri interessi e sono molto curiosa.

Direi che queste due caratteristiche sono una fonte continua di stimoli e ispirazione. Come già detto, sono molto golosa e mi piace fare dolci.

All’inizio, un po’ per gioco, ho cominciato a farne anche di finti e ora sono diventati uno dei punti di forza delle mie creazioni.

Mi piace molto anche la moda, il design, il cinema e i fumetti e, infatti, varie opere e mostre che ho fatto sono state ispirate da questi miei interessi; vedendo un film, rivisitando pezzi di design, sfogliando riviste di moda da cui ho preso spunti, riproducendo stemmi, logo e simboli dei miei supereroi preferiti, come Superman, Batman e Capitan America, Baby Yoda.

 

Quando hai capito che la tua passione poteva diventare un lavoro? 

Da subito  dopo l’ accademia, anche se  nel tempo il mio lavoro si è modificato.

Ho iniziato con uno stile molto classico,  figurativo, infatti per un lungo periodo quando vivevo in Umbria ho fatto la decoratrice, eseguivo murali e trompe l’oeil su commissione in case e strutture private.

Poi dal 2006 ho cominciato ad appassionarmi al genere astratto (seppur sempre riconoscibile e materico).

Sono sempre in continua ricerca ed evoluzione, il mio lavoro si modifica sempre e, inoltre, sono molto curiosa, quindi nel percorso inserisco sempre degli elementi di novità.

Nell’ultimo periodo però il mio stile si è molto trasformato: amo  di più i colori accesi, faccio più scultura che pittura e il mio stile è diventato molto Pop.

Avendo cambiato stile, si è modificato molto anche il mio tipo di lavoro: raramente eseguo decorazioni d’interni e lavoro quasi esclusivamente con gallerie e spazi espositivi, esponendo le mie opere.

 

Essere artisti oggi è  una scelta coraggiosa.

Scelta che rende liberi di esprimersi e di comunicare senza filtri.

Quali sono i pro e quali sono i contro?

 

Si assolutamente e oltre che coraggiosa attualmente (considerando anche la pandemia) anche molto difficile).

A mio parere i il fatto di essere libera e non avere vincoli di orari, nè nessuno che mi impartisce ordini da eseguire è un un gran lato positivo.

Il rovescio  della medaglia però è che ci sono  periodi in cui sono molto sotto pressione, per esempio quando devo fare mostre o partecipare ad eventi fieristici non ci sono orari, spesso mi ritrovo a lavorare anche fino a tarda notte e non esistono giorni di festa, nè fine settimana.

Anche il fatto di fare ciò che mi piace mi appaga molto, il tasto dolente però è quello del guadagno, nell’arte infatti magari in un giorno si vende guadagnando ciò che in un lavoro normale si guadagnerebbe in un mese, poi però magari per mesi mese non si vende nulla, diciamo che si vive sempre alla giornata, nell’incertezza e nell’’instabilità. Penso però che chi ha questa predisposizione alla creatività e a creare sia comunque molto fortunato, abbia ricevuto un grande dono e a prescindere dai risultati che riuscirà a conseguire sarà comunque un privilegiato nella vita.

A tale proposito, mi viene in mente una frase di Francis Scott Fitzgerald: 

“Il fatto è che quando si è provato l’intensità dell’arte, nient’altro di ciò che può capitare nella vita, sembra oramai importante quanto il processo creativo”. 

 

Fin da subito mi hanno colpito i colori.

Le tue opere sono piene di colori.

E penso che ti rappresentino molto.

 

In realtà questi colori vivaci rappresentano l’ultimo periodo del mio percorso artistico, perché come ho precedentemente spiegato, all’inizio facevo opere molto diverse, quasi esclusivamente pittura e usavo molto i colori della terra, le sfumature di marrone e colori molto più caldi. L’avvicinamento alla scultura e al filone della Pop Art hanno poi favorito l’uso di colori molto più vivaci.

 

Resine, trompe l’oeil, installazioni ( installazioni non va bene. Metti tu quello quello che ritieni più corretto, serve un riferimento ai materiali che usi ).

Qual è la tecnica che preferisci?

 

Si, è vero.

Già altre volte, nel corso di simili interviste, mi è stato fatto notare questo mio spiccato eclettismo. Mi piace cambiare, sperimentare, sono quasi sempre in una continua ricerca, che è ciò mi consente di esprimere liberamente la mia personalità, le mie emozioni. Come molti artisti, ho iniziato dal figurativo (tanto che, su richiesta, eseguo ancora murali e trompe l’oeil), ma da molti anni ormai sono passata all’astratto (se pur sempre leggibile).

Negli ultimi anni prediligo la scultura alla pittura e mi sono avvicinata alla corrente artistica delle Pop-art.

Penso che l’arte figurativa mi vincoli eccessivamente con le sue rigide strutture tecniche (posso dire anche che la trovo noiosa) ed è per questo che amo sperimentare e cambiare, passando dal figurativo all’astrattismo materico e dalla pittura alla scultura, dal genere classico a quello più audace divertente e colorato del filone “Pop”.

Ma, anche se parliamo di tecniche e generi abbastanza differenti tra loro, voglio sottolineare che esiste sempre nelle mie opere una costante e un filo conduttore tra i diversi generi da me utilizzati, che è l’uso della materia.

Infatti, sia nella pittura, sia nella scultura, uso molti materiali, tra cui: lo stucco, la resina, le puntine da disegno e, a volte anche materiale organico (caramelle, cioccolatini, popcorn, marshmallows) che formano una texture in rilievo, che sono solita ricoprire quasi sempre con uno strato di finitura di resina.

 

Le nostre strade si sono incrociate per caso e complice un interesse comune per la psicologia abbiamo iniziato a chiaccherare per non smettere più.

Tu sei Conselour, che dal mio punto di vista è una sorta d’arte.

Come comunicano queste tue due parti?

 

La mia passione principale è l’arte.

Ma ho un certo trasporto ed interesse anche per la psicologia e trovo che ci sia una grande connessione tra l’una e l’altra.

Credo che il ruolo dell’artista sia un po’ come quello dell’innamorato/a e dello psicologo/a: se ti amo (e se ci tengo al tuo benessere), ti devo rendere consapevole delle cose che non riesci a vedere!

E l’artista spesso ha una spiccata sensibilità e riesce a vedere cose che gli altri non vedono e ad andare oltre.

È la fragilità dell’essere umano che m’interessa e per questo in passato nelle mie opere, ho utilizzato molto lo scotch industriale da imballaggio con la scritta fragile, per rendere più esplicito questo bisogno, metafora del mio stato d’animo, manifestato senza negare l’evidenza di una condizione tormentata.

Questo mio tormento  e l’interesse per le fragilità dell’essere umano mi hanno portato circa 15 anni fa ad intraprendere un percorso di crescita e autoconoscenza personale con approccio gestaltico.

Un percorso diverso dalla psicologia convenzionale, un misto di tecniche psicologiche  gestaltiche, creative (introduzione  del teatro e arte terapia) e spirituali con particolare attenzione alla meditazione) che aiuta a conoscere se stessi, in un modo personale e creativo.

Attraverso questo percorso ho imparato ad essere più umana e più vera e conseguentemente ad entrare in empatia con gli altri, poiché è aiutando l’altro che si aiuta se stessi.

 

Sei rappresentata da Gallerie d’Arte Internazionali: da Milano, a Roma a Los Angeles.

Attualmente dove possiamo ammirare le tue opere?

 

Attualmente collaboro con il  NHOW hotel di Milano, con la galleria SpazioCima di Roma e la bG Gallery di Los Angeles (dove spero di poter andare molto presto).

 

Cosa consigli a chi vorrebbe vivere di arte e iniziare un percorso artistico?

 

Per me fare arte e’ come respirare. Tante volte ho pensato di smettere e di fare un altro lavoro, perché è un percorso molto duro a volte anche frustrante.

Ma quando – al pari mio – si sviluppa questa passione, spesso  non si riesce a farne a meno, perciò consiglio di perseguire i propri sogni e le proprie ambizioni  anche facendo dei sacrifici e più lavori all’inizio (se non si riesce a vivere solo d’arte).

Resistere e non abbandonare la propria passione, perché io credo che solo facendo ciò che si ama si riesca ad avere una vita soddisfacente.

Bisogna quindi  armarsi di buona volontà, fiducia, essere tenaci e prepararsi a fare fatica, perché è un percorso molto lungo.

Ma d’altronde mi hanno anche insegnato che nella vita non esistono scorciatoie, nè  la possibilità di raggiungere obiettivi apprezzabili, senza aver fatto prima molta fatica!

 

 

 

 

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Weekend in Valdobbiadene – di vigne e di Prosecco!

  Parliamo della meraviglia di un weekend in Valdobbiadene ” A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti, dove la gente culmina nell’eccesso del canto, a me piacciono le…

 

Parliamo della meraviglia di un weekend

in Valdobbiadene

” A me piacciono gli anfratti bui delle osterie dormienti,

dove la gente culmina nell’eccesso del canto,

a me piacciono le cose bestemmiate e leggere,

e i calici di vino profondi, dove la mente esulta,

livello di magico pensiero ” 🌟 

🌟Avevo bisogno di un posto così.

È stata una settimana impegnativa

ma è stata anche una settimana di grandi successi.

Non è solo il raggiungere un obiettivo ma è, soprattutto,

superare i propri limiti.

E’ questo che intendo quando dico che, ogni tanto,

c’è bisogno di trovare il tempo per assaporare,

per stare con se stessi, per vivere lentamente,

per scoprire le nostre mille sfaccettature,

per rivivere e fermare la bellezza che i nostri occhi

hanno ammirato in giro per il mondo.

🍂 

Sono stati giorni produttivi quelli passati.

Giorni di grande lavoro ma anche di grandi soddisfazioni.

Giorni d’autunno,

in cui ci si spoglia del vecchio per lasciare spazio al nuovo.

Giorni caldi di quel calore che arriva dal cuore e, probabilmente,

anche da qualche Prosecco di troppo ma si sa,

di bollicine non ce n’è mai abbastanza.

🍂

Ho deciso di regalarmi la lentezza.

Fatta di colori autunnali, foglie crepitanti 

e distese di vigne a perdita d’occhio.

Ho scelto di esplorare luoghi e sapori.

Ma soprattutto, per una volta, ho scelto me.

🍂

Abituiamoci a sceglierci.

Impariamo ad assecondarci.

Cerchiamo di amarci.

Dopo vecchie osterie,

cantine sotterranee e ville palladiane,

davanti ad un camino acceso, brindo a me!

 

 

A pranzo alla Trattoria Alla Cima non potete mancare:

locale ricavato da un vecchio cascinale in una tenuta di frutteti e vigneti.

Si degustano la semplicità e la classicità del territorio, 

rivisitate in chiave moderna.

Vista spettacolare su vigne e campi che da sola vale la visita.

Visitate Villa Sandi

e le sue cantine.

Una villa palladiana meravigliosamente ristrutturata

con un percorso sotterraneo fatto di cunicoli risalenti alla prima guerra mondiale,

ora adibiti a cantine, piene di bottiglie e di nettare degli dei.

Prenotate la visita guidata con anticipo perchè è richiestissima.

Abbiamo alloggiato alla Locanda Sandi

all’interno della Tenuta Villa Sandi di Valdobbiadene,

nell’area DOCG del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene,

che è un luogo magico.

Un misto tra una baita e una casa delle bambole.

Sedie a dondolo, candele e caminetto acceso.

Abbiamo cenato lì due sere e degustato uno dei Sauvignon

più buoni: il Tardo!

Risultato: macchina piena di casse ed il tintinnare delle bottiglie

che ci ha accompagnato fino a casa.

Andateci e vi conquisterà!

 

Un capitolo a parte lo merita l’

Osteria Senza Oste

🍷 

Con equilibrio preleva e consulta liberamente i prodotti esposti

e con rispetto riconoscine il valore.

🍷 

Nel cuore di Valdobbiadene, tra distese di vigne,

stradine che si inerpicano sulla collina e distributori automatici lungo la via,

solitaria e maestosa,

si erge l’Osteria senza Oste.

Tavolate di legno rivolte al sole, vigne tutto intorno,

un casino all’interno e la meraviglia nel cuore.

🍷

Formaggi, salumi, uova sode, carne e castagne.

Mangi e bevi quanto vuoi e paghi in coscienza.

🍷

Penso alla bellezza di ancora riesce a credere.

Di chi ama così tanto un luogo da renderlo accogliente

come fosse casa ma allo stesso tempo lo lascia nelle mani di estranei

che potrebbero rovinarlo ma che, finora, l’hanno trattato come fosse cosa loro.

Ecco dove sta la meraviglia: nel fidarsi ancorai nonostante tutto.

Che in un bicchiere di vino ci sta più saggezza

che in un libro di filosofia.

🍷

Se siete in zona passateci, ne vale la pena!

Se siete in zona e siete fortunati potete parcheggiare tra i vigneti 🍇 

e da Valdobbiadene

a Un’Ottima Annata è un attimo eh!

 

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E’ tutta una questione di ciglia! Diana Martinelli e la sua arte!

    Cosa fai per raggiungere i tuoi obiettivi? Sbatto le ciglia! 🌟 E da quando ho incontrato lei è tutto un’ammiccare che, checchè se ne dica, l’occhio vuole la…

 

 

Cosa fai per raggiungere i tuoi obiettivi?

Sbatto le ciglia!

🌟

E da quando ho incontrato lei è tutto un’ammiccare che,

checchè se ne dica,

l’occhio vuole la sua parte.

Ebbene, se decidete di entrate anche voi nel club non avete altra scelta

perchè è la migliore.


🌟

Ma non sono solo allungamento ciglia,

da Diana trovate anche

laminazione Ciglia ,

pulizia viso ad ultrasuoni

maschere di bellezza Sisley

ed il microblanding.

Non mi dilungherò in grandi spiegazioni tecniche, 

cliccate sul link qui sotto e guardate con i vostri occhi!


🌟


xo xo flap flap blue eyes!

 

 

 

 

 

La trovate  Trieste c/o lo Studio di  

Riccardo Malisano Trieste 

in Via Cadorna 13/a – Trieste

 

A Tarvisio c/o

Hotel Sport Bellavista

Camporosso 

 

 

I suoi meravigliosi lavori li trovate qui:

Instagram

 

 

 

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Niko Romito – Reale e Casadonna

    A Castel di Sangro, in Abruzzo. In un ex monastero del ‘500 magistralmente restaurato. Essenziale. Equilibrato. Elegante. Niko e Cristiana Romito. 3 stelle Michelin lui, miglior Maitre d’Italia…

 

 

A Castel di Sangro,

in Abruzzo.

In un ex monastero del ‘500

magistralmente restaurato.

Essenziale.

Equilibrato.

Elegante.

Niko e Cristiana Romito.

3 stelle Michelin lui,

miglior Maitre d’Italia secondo la Guida di Identità Golose 2012  lei

sono i responsabili delle emozioni che si provano una volta entrati nel loro mondo.

 

 

 

 

Casadonna

9 camere di charme all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo. 

Arredi raffinati,

bianco su bianco. 

Protagonista la luce.

Affaccio sulle vigne e sul frutteto.

Pavimenti di antiche basole e cementine di recupero,

soffitti di tavole di legno povero lucidate a mano.

Bagno con doppia doccia con cromoterapia

e hamman da godere una volta finita la cena.

Silenzio, parla la meraviglia.

 

 

Reale

3 Stelle Michelin 

3 forchette Gambero Rosso

Officina dove si incontrano materia,

cucina,

semplicità,

eleganza e cordialità. 

Menù degustazione di 15 portate con abbinamento vini.

Il mio piatto preferito, insieme al brodo non brodo,

il cavolfiore gratinato.

Ebbene sì,

un cavolfiore.

Semplice ma unico.

Il pane è molto importante nella cucina di Niko Romito

perciò compare come portata nel menù,

non un semplice accompagnamento.

 

 

 

Menzione a parte

la colazione.

Nella sala che affaccia sulla vallata,

un tripudio di dolcezza,

di uova cotte al momento,

di morbido burro,

di succhi ed estratti freschi

e di un blend Illy ” su misura ” .

 

 

 

 

 

Me ne sono andata sorridendo al sole,

circondata dalle vigne,

sognando di tornare il prima possibile.

 

 

 

 

 

 

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Borgo Eibn a Sauris – Like in a fairy tale

    Se sei in cerca di angeli o in fuga dai demoni, vieni qui.     Borgo Eibn è un posto bellissimo.   Il post potrebbe finire qui. E…

 

 

Se sei in cerca di angeli o in fuga dai demoni, vieni qui.

 

 

Borgo Eibn è un posto bellissimo.

 

Il post potrebbe finire qui.

E confesso che ho seriamente pensato di non scrivere altro e pubblicare solo foto.

Perchè basterebbero.

Perchè parlano da sole.

Perchè questo posto è pura magia.

Perchè bisogna provare per credere.

 

 

A

Borgo Eibn

si va per rilassarsi,

per mangiare bene,

per ammirare l’infinito,

per stare in silenzio,

per ritrovare se stessi.

Nato da un’idea di Rocco e Viola, coppia di belli,

fuori e dentro.

Adagiato a 1400 mt di altitudine,

si compone di lodges di legno 

affacciati su vallate dove pascolano mucche felici e caprette canterine.

 

 

 

 

I Lodges

sono dotati di ogni confort,

con cucina attrezzata, stufa,

divani accoglienti, terrazza meditativa e morbidi tappeti

nei quali sprofondare la mattina appena svegli,

quando uscire dal letto pare un’impresa titanica.

Ma la cosa che mi ha fatto innamorare è l’affaccio della camera sulla valle:

sarei rimasta lì ore ed ore ad ammirare cotanta bellezza.

Mi ha smosso la colazione servita direttamente nel lodge

che meriterebbe un post a parte:

torta homemade,

burro che più burro non si può,

marmellata e 

frutta fresca ,

formaggi e salumi della loro azienda agricola.

Praticamente un brunch!

 

 

 

 

A pancia piena ed avvolti in morbidi accappatoi si scende direttamente nella

Spa

che accoglie con una piscina piena di sassolini massaggiapiedi,

sauna,

bagno turco,

idromassaggio

e zona relax creata recuperando vecchie mangiatoie.

Per chi come me ama meditare è il luogo perfetto:

a rompere il silenzio solo il rumore dell’acqua

e il crepitìo del fuoco nel camino.

Il profumo di una tisana fumante

ad accompagnare il relax totale che riporta in equilibrio.

 

 

Ultimo ma non ultimo

Il Ristorante

Intimo, elegante, conviviale al punto giusto,

raccolto intorno al fogolâr tradizionale.

Filosofia slow food con prodotti bio di altissima qualità

ed in gran parte di produzione propria

accompagnati da un’ampia scelta di vini friulani.

Bellissima anche la terrazza panoramica esposta al sole,

perfetta per la cena in estate

o per un gin tonic dopo cena sotto le stelle riscaldati dal fuoco.

 

 

 

Borgo Eibn è a Sauris

 

 

Un luogo senza tempo dove raggiungere le stelle.

 

 

Per info e prenotazioni

Borgo Eibn

 

 

 

 

 

 

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Doppio Malto – Un posto felice!

    Era un uomo saggio chi ha inventato la birra. Platone     Il 4 luglio 2020, presso il Centro Commerciale ” Il Giulia ” di Trieste, dove nell’800…

 

 

Era un uomo saggio chi ha inventato la birra.

Platone

 

 

Il 4 luglio 2020, presso il Centro Commerciale ” Il Giulia ” di Trieste, dove nell’800 sorgeva la fabbrica della Dreher, ha inaugurato Doppio Malto: birrificio artigianale, ristorante, spazio culturale, ma soprattutto #unpostofelice.

Da Doppio Malto si può mangiare, sia a pranzo che a cena.

Il menù è ampissimo: dalle pizze al tegamino ai burger di carne fresca, alla carne alla brace, ai dolci fatti in casa.

Ma soprattutto una fantastica birra artigianale.

Ogni birra Doppio Malto è prodotta nei due birrifici di proprietà: quello storico di Erba ( Co ) e quello nuovo di Iglesias, in Sardegna.

18 etichette che negli anni hanno ottenuto oltre 100 riconoscimenti internazionali.

In frigo ne ho 12, tutte diverse.

Che la Ipa sia tra le mie preferite già lo sapete ma stavolta ho deciso di partire dalla Bitter Land Dorata per poi proseguire con le altre, in rigoroso ordine sparso.

Non potendo essere presente all’inaugurazione, i fantastici ragazzi di Doppio Malto mi hanno fatto recapitare a casa le loro birre, io ho ordinato la cena su Just Eat – che la domenica è un must – e mi sono immediatamente immersa nella brewery.

Li trovate un po’ dappertutto in Italia, da Asti a Bologna perciò non avete scuse, dovete proprio andarci.

E se per convincervi avete bisogno di ulteriori info, cliccate qui:

 

Doppio Malto

 

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