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Cous Cous, ed è subito Mille e una Notte!

    C’è stato un momento ( lungo, parecchio lungo a dire il vero ) in cui ho detestato tutto quello che aveva a che fare con l’Oriente. Troppo Oriente…

 

 

C’è stato un momento ( lungo, parecchio lungo a dire il vero )

in cui ho detestato tutto quello che aveva a che fare con l’Oriente.

Troppo Oriente nella mia vita in un tempo troppo ravvicinato.

Troppi viaggi da quella parte del mondo ma soprattutto troppi sapori forti.

Sapori che, peraltro,

ho sempre amato e ho sempre cercato di ricreare a casa mia

ma che all’ennesimo viaggio

– ero in Marocco e ricordo benissimo il momento preciso in cui accadde –

e all’ennesimo cous cous,

mi hanno fatto disinnamorare.

Un divorzio in piena regola.

E’ passato quasi un anno.

Ma oggi, facendo la spesa,

quell’elegante scatolina nera de La Molisana

ha risvegliato il mio sentimento,

quel sentimento che, alla fine,

era solo sopito perchè si sa,

i grandi amori fanno giri immensi ma poi ritornano sempre ed il mio,

per tutto ciò che sta ad est è amore vero.

Perciò ho rispolverato quella vecchia e semplicissima ricetta esotica 

che, paziente, ha aspettato il mio ritorno.

 

P.S. La Molisana eletto best cous cous ever: grani di misura e porosità giuste da non sovrastare le verdure.

 

 

 

Ingredienti:

250 gr cous cous

2 zucchine grandi

1 peperone grande

sale qb

pepe qb

curcuma qb

olio di cocco qb

 

 

 

Procedimento:

 

In una padella antiaderente cuocere a fuoco lento le verdure

tagliate grossolanamente insieme all’olio di cocco.

Aggiungere il sale, il pepe e la curcuma:

io con la curcuma abbondo sempre che da quando ho scoperto

le sue innumerevoli proprietà non riesco più a farne a meno.

Una volta che le verdure saranno morbide e dorate

–  a me piace che i pezzi rimangano belli grandi

perciò non le cucino troppo per non ridurle in poltiglia! 

spegnete il fuoco e aggiungete il cous cous

che avrete cotto in acqua bollente in una pentola a parte.

Procedimento facilissimo.

Far bollire l’acqua, togliere la pentola dal fuoco, versare il cous cous,

mescolare per 2/3 minuti ed è fatta.

( io non salo l’acqua di cottura perchè condisco per bene le verdure ma è personale ).

Attenzione:

il cous cous non va scolato come gli spaghetti

perciò bisogna cercare di essere il più precisi possibile con la quantità di acqua di cottura

( su tutte le confezioni troverete indicate le dosi ).

In questa ricetta, la dose è per 3/4 persone ergo 250 gr di cous cous e 1/4 di lt d’acqua.

 

N.B. per una vita ho usato l’olio d’oliva poi un giorno la mia amica Cristina, di professione architetto e cuoca per diletto, mi ha fatto provare il suo cous cous con l’olio di cocco.

Non l’ho mai più abbandonato!

Provare per credere!

 

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Di Make – Up e bellezza! Intervista ad Aurea Parovel, make – up artist!

    Quando si parla di trucco e di bellezza bisogna essere chirurgici che pare un argomento leggero ma in realtà è importante quanto seguire un’alimentazione sana, praticare un’attività fisica…

 

 

Quando si parla di trucco e di bellezza bisogna essere chirurgici

che pare un argomento leggero ma in realtà è importante

quanto seguire un’alimentazione sana,

praticare un’attività fisica regolare,

dormire bene.

E sono pronta a difendere le mie idee

con chi la pensa diversamente 😉

Perciò non avrei potuto scegliere persona diversa da lei.

Aurea Parovel.

Make – up artist illuminata.

La migliore secondo me.

Amiche dalla nascita, cresciute a pane e bellezza.

Sono di parte perciò preferisco che si racconti lei.

Io la riassumo così:

non una semplice truccatrice,

 anche un pò psicologa, amica, confidente.

Che poi, con ” confident ” riassumiamo tutto, no?

 

 

 

Aurea, amica mia, finalmente eccoci qui!
Ci abbiamo messo anni ma, alla fine, l’universo mette tutto al suo posto.
Il tuo Facebook recita così: “ Colori e pennelli “
Raccontaci un po’ di te.

 

Amo il profumo delle matite colorate, adoro il rumore del pennello sulla tela e molto spesso, nei negozi d’arte, trovo una sorta di quiete dalla tempesta della vita.

Il mio concetto di trucco va al di là del concept tradizionale, per esser da me definito più artistico, empatico ed empirico allo stesso tempo.

Non so se questa frase verrà molto apprezzata ma questo è quello che faccio.

Nasco da una famiglia decisamente artistica: mio padre un restauratore appassionato, mentre mia madre una colonna portante dell’estetica e truccatrice di successo a livello internazionale. Proprio grazie a mia madre ho ampliato la mia arte, dal disegno al make -up. I continui viaggi intrapresi insieme a lei nel mondo dell’Opera mi hanno marchiato il cuore e così la mia carriera artistica inizia nell’estate del 1995 con i primi corsi di disegno di nudo e subito dopo, carica di energia, mi sono iscritta all’Istituto d’Arte indirizzo Decorazione Pittorica.

 

 

Appassionata di arte fin da piccola.
Di te ricordo le guanciotte da mordere, la tua passione per i colori, la poesia, il teatro. Ed è lì che alla fine sei arrivata. Raccontaci del tuo percorso che parte dal Liceo Artistico e arriva all’Opera.

 

Proprio all’Istituto d’Arte ho avuto la possibilità di confrontarmi non solo con semplici insegnanti ma con grandi artisti i quali, oltre ad avermi insegnato tecnica e disciplina, mi hanno saputo tramandare la passione per l’arte e le sue molteplici forme.

Tirando linee con il pennello a mano libera, applicando foglie d’oro e gommalacca o piuttosto dipingere con tecnica ad affresco ho acquisito una grande manualità e sviluppato una percezione cromatica e visiva d’insieme, consolidando le mie capacità.

Subito dopo le superiori ho viaggiato e a Londra ho trovato una seconda casa che mi ha dato la possibilità espandere le mie doti di make – up artist.

Dovunque io andassi non ho mai interrotto la mia ricerca di bellezza ed armonia.

Nel 2012, assieme a mia madre, abbiamo unito le nostre passioni ed abbiamo iniziato l’avventura nel nostro amato Teatro Verdi di Trieste.

E’ proprio qui che ho scoperto la mia passione per l’Opera lirica, il backstage, quella magica frenesia della quale non si può più fare a meno.

Nel mondo teatrale ho trovato sfogo alla mia creatività.

In questo luogo riesco a dar piena luce alle mie passioni ed abilità di trasfigurazione, allo studio del colore, all’anatomia, alla velocità del segno e la precisione del tratto.

Ho investito molto: ho iniziato a far corsi ed esami con truccatori internazionali come Vittorio Sodano, Cristine Dupuys, Samantha Peluso, Daniel Auber, Stefano Guerra.

La mia carriera di make – up artist inizia all’età di 15 anni , all’improvviso.

Una sostituzione per un’Opera in atto unico!

Ricordo ancora quel giorno!

Mi sono buttata senza paura, mi veniva naturale.

Gianni Schicchi e la sua divertente Opera, io e una parrucchiera che non conoscevo.

Dopo questa prima avventura mi avvicinai al Teatro, non solo come truccatrice ma ho avuto anche la fortuna ed il piacere di collaborare alla realizzazione di bozzetti di abiti teatrali per Fabio Bergamo.

Dal lontanissimo 1995 in poi, la mia carriera artistica tocca molti settori del make – up, direi praticamente tutti!

Subito dopo il mio rientro a Trieste, ho lavorato allo IAL FVG come insegnante di trucco, disegno e storia dell’arte alle future estetiste e parrucchiere.

Parallelamente alla mia docenza ho aperto il negozio Kryolan City Trieste, diventando truccatrice accreditata Kryolan Fvg dopo un esame di tre giorni.

Lì ho potuto trasmettere tutta la mia esperienza  ad ogni cliente ed amico.

Aprire quel negozio in Corso Italia è stata una cosa speciale per noi, vero Francy?

Ho ancora gli orecchini che Massimiliano mi aveva comprato alla nascita di Alexander e tu eri lì ( lavoravamo vicine in quel periodo e sono stati anni meravigliosi, ndr )

 

Ho sempre pensato che truccare sia un atto estremamente intimo. Io mi sono fatta truccare in tante occasioni e quasi sempre da te. Credo sia necessaria una forte empatia perché si entra in stretto contatto, tu come la vivi?

 

La sensibilità al dettaglio.
Osservo in silenzio, la scruto con attenzione, guardo la scatola cranica, le proporzioni, guardo l’occhio nella forma e nel colore, sopracciglia forma e pelo, tipo di pelle, discromie cutanee.
Poi scrivo tutte le forme in una sorta di griglia strutturale e poi deformo l’immagine fino a trovare un rapporto armonico.
Questa riguarda la parte tecnica, poi c’è la parte sensibile, empatica.
Guardo come si muove, come parla, ho una sorta di sesto senso: capto il luccichìo della donna che c’è in lei.

Lo si capisce molto da come una persona si veste, che mani ha, come tiene i capelli.
Comunque credo d’esser portata ad intravedere lo spirito.
Leggevo le recensioni della mia pagina: sono così felice di trasmettere a chi mi circonda le mie peculiarità artistiche.

 

Tu lavori principalmente in teatro ma hai lavorato anche per il cinema, la moda, le spose.
Qual è la tua “ comfort zone” ?

 

Durante la mia carriera artistica ho potuto lavorare a sfilate di moda, tournèe internazionali, in televisione, al cinema, shooting, copertine a tiratura nazionale.

Il make – up sposa è uno dei miei cavalli di battaglia.

Penso che la sposa debba essere accompagnata dall’inizio della nostra conoscenza al giorno del matrimonio, creando così feeling ed energia.

Non mancano mai le mie mitiche tips sul make – up!

Quante lacrime con le mie spose…vi voglio beneeeeeeeee!!!

Sento di avere una buona, se non ottima padronanza in tutti i campi del make up.

Posso dire cosa non amo fare ma il fatto che abbia sempre lavorato molto e mi sia sempre dovuta confrontare con diversi settori e committenti mi ha resa molto sicura delle mie potenzialità.

 

Io ho avuto la fortuna di vederti al lavoro durante Il Barbiere di Siviglia e mi ha colpito la velocità con la quale riuscite a realizzare delle vere e proprie opere d’arte su visi tesi in attesa di entrare in scena.
Ci spieghi come si lavora con tempi stretti, stress alle stelle e, ultimo ma non ultimo, uno studio minuzioso dei copioni?

 

Nell’Opera teatrale ci si deve confrontare con molteplici sfide.

I cambi di committente mi danno la possibilità di variare da un make – up cinematografico ad un make – up teatrale, tradizionale e non.

Basta pensare che molto spesso nel teatro dell’Opera è richiesto un trucco cinematografico, natural, ampliando sempre più il nostro background.

I cantanti arrivano a scaglioni, due ore prima che inizi lo show, e dedico a ciascun artista dai 10 ai 20 minuti, qualsiasi sia il make – up.

Ovviamente in questi minuti si parla, ci si veste, si prova una scarpa e si ripassa la parte.

Nessuna recita è uguale alla successiva, una squadra che lavora insieme per portare in scena, tutti insieme, l’Opera.

The Show Must Go On so Run!

 

Da qualche anno tantissime ragazze danno consigli di trucco online.
I social sono alla portata di tutti perciò ci sentiamo tutte un po’ delle make up artist.
Tu sei sempre stata poco social, ma in questo momento così strano hai deciso di buttarti e abbiamo scoperto un nuovo lato di te: in video risulti chiara, spiritosa e autorevole. Pensi di continuare anche quando torneremo ai ritmi di sempre?

 

 

Mi sono definita molto poco social e tecnologica.

Credo che fare immagine sia importante, ma non bisogna tralasciare la realtà delle nostre caotiche vite.

Appena uscirò da queste mura ( siamo in quarantena causa Covid – 19 al momento dell’intervista, ndr ) vi prometto che vi darò delle tips di come truccarvi in metro o alla Lovat, ottimizzando sempre i tempi.

 

Parliamo di cose pratiche.
Quando ho detto alle mie amiche che ti avrei intervistata mi sono arrivati un sacco di messaggi: “ Chiedile qual è il fondotinta migliore, il mascara che fa venire le ciglia come Minnie, il rossetto che tiene tutto il giorno…”
Perciò iniziamo.
Tipo le pistole alla tempia della Bignardi!

Iniziamo dal fondotinta.

 

Il fondotinta migliore non esiste.

Esiste il più adatto.

Deve essere un amico, non un nemico.

La zona di prova per il fondotinta è il collo perchè in questa zona del corpo le due parti si devono fondere in maniera armonica.

La mano è diversamente pigmentata dai colori dell’incarnato perciò eliminate l’eccesso del fondo appoggiando sul viso una velina.

Ragazze usate sempre due fondi: uno del vostro colore ed uno leggermente più chiaro per illuminare la zona occhi, così da rendere più saturo e quindi più luminoso l’ombretto ed il blush.

 

Il mascara.

 

Il mascara è consigliabile metterlo prima del fondo così da rimuoverlo più facilmente nel caso doveste fare degli errori.

Buona regola per applicare il mascara mantenendo le ciglia separate è quello di tirare in tensione la palpebra in modo che lo spazio tra pelo e pelo aumenti.

Non date per scontato che il mascara debba essere nero.

Osate.

Siate uniche.

Provatene uno verde o blu a seconda dei vostri occhi.

Rimarrete strabiliate.

 

Il rossetto.

 

Il rossetto seguitelo con cura e adattatelo al momento della giornata.

Si parte dalle cappe centrali per raggiungere l’angolo della bocca.

Il rossetto va sempre applicato assieme ad una base matita dello stesso colore, così facendo non rischieremo mai di ritrovarci con il rossetto mangiato.

Ad oggi esistono 1001 rossetti, tinte etc.

Ognuno di loro ha un segreto nell’applicazione che vi mostrerò nei miei video.

 

 

E in ultimo, il fatidico eye liner.

 

Un buon segreto per applicare l’eyeliner è quello di trattenere il fiato mentre si tira la linea, perchè respirando tendiamo a muovere la spalla rischiando di fare una linea ondulata.

Osate con i meravigliosi eyeliner colorati!

Donne con gli occhi verdi provate un color terra di Siena: le vostre iridi diventeranno brillanti come non mai.

 

 

Chiudiamo con una domanda che sono anni che voglio porti.

Facci una lista degli indispensabili nella trousse di una donna. 

Copione:

Vacanza. Spiaggia. Serate d’estate.

 

Al mare si sa che l’abbronzatura non va d’ accordo con il trucco: troppo colore, indi meglio cambiare scenografia.

Portare sempre una BB Cream per le vostre serate o per i vostri incontri sociali ( con protezione solare, mi raccomando! ) del colore che voi sapete raggiungere con l’abbronzatura, ma di un tono più chiaro, in modo che sul volto si raggiunga un omogeneità di colore.

Ottimo, per tutte le età, usare una matita colorata con il mascara dello stesso colore, per esempio l’occhio verde potrà truccarsi con una matita viola e con mascara viola, una pennellata di terra magari con qualche pagliuzza dorata e, perché no, una spruzzatina anche sul corpo.

Proprio per il corpo sono in vendita degli olii nutrienti con uno spettacolare brillìo di oro liquido, una cascata di luce.

Il rossetto può essere di un rosa romantico o di un rosso che ricorda i colori delle rose, i fiori della passione.

Stesso discorso se si punta ad una matita bluette e, quindi, al mascara bluette.

Potete sempre ricorrere al tutto nero ma è troppo visto!

Nella trousse magica non deve mancare la soluzione micellare ,qualche cotton – fioc, assieme a delle salviettine struccanti, qualche pennello e un siero altamente idratante per il viso, possibilmente con vitamina C.

Sottinteso che la parte del leone in spiaggia la fa la crema protettiva 50, almeno i primi giorni ( non sempre la protezione della BB cream è sufficiente ).

E come tocco da super woman due gocce di profumo, magari che ricordi nell’aroma qualcosa di ancestrale, o anche un olio profumato.

In ultimo, ricordate che con il caldo le creme non vanno, sono appiccicose e fanno sudare; la crema solare già nutre quindi, per non essere lucide e trasudanti, meglio i sieri!

 

 

Chiudo sempre con il mio motto:

La parola trucco significa inganno, artificio, espediente.

E ricordate che il fine giustifica i mezzi!

 

 

 

 

Se volete vedere un pò dei suoi meravigliosi lavori

 

ma soprattutto non volete perdere i suoi consigli di bellezza seguitela qui:

 

Instagram

 

Facebook

 

 

Tutte le foto sono state fornite da Aurea Parovel – a parte i nostri selfie allo specchio e le nostre acconciature dell’ultimo minuto in garage  😉 

 

 

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The best homemade pizza!

    Chiariamo subito una cosa. La pizza non si discute. Possiamo discutere le 1.000 ricette, i 1001 procedimenti, le 10.000 farine da mescolare per ottenere l’impasto migliore, i 10.001…

 

 

Chiariamo subito una cosa.

La pizza non si discute.

Possiamo discutere le 1.000 ricette,

i 1001 procedimenti,

le 10.000 farine da mescolare per ottenere l’impasto migliore,

i 10.001 riti propiziatori per farla lievitare al meglio.

 

Di pizze ne ho mangiate tantissime ma, ahimè,

preferisco sempre la pizzeria all’ homemade.

Non ho ancora chiaro se il cornicione lo preferisco sottile o ciccione,

l’interno alto o basso,

la pizza grandissima e sottile o piccola, compatta e alta.

L’unica certezza è che mi piace ben cotta.

Detto questo,

tra le decine di pizze mangiate a casa di amici

e amici di amici

e amici di amici che hanno il cugino pizzaiolo da generazioni,

la più buona è quella fatta dal mio amico Maurizio, Sommelier –

gran conoscitore di vini, tanto quanto di lievitazioni.

 

Perciò ecco qui la sua ricetta magica.

Lui si raccomanda di essere precisissimi con le dosi

ma soprattutto con le ore di lievitazione: 48.

Sì, la pazienza è la virtù dei forti,

perciò siate molto forti e la vostra pizza vi ringrazierà!

 

 

 

Ingredienti:

500 gr farina

300 gr acqua

3 gr lievito

10 gr sale

15 gr olio

 

 

 

 

 

Procedimento:

 

Dai che lo sapete tutti come si fa ad impastare la pizza 😉

Unite insieme tutti gli ingredienti,

affondate le manine e manipolate il composto pensando

a come vorreste essere massaggiati in una Spa vista mare.

E’ chiaro no?

Per chi non volesse mettere le mani in pasta,

dateci di impastatrice

( io uso il Kitchen Aid che resta il migliore forever and ever ).

Lasciate lievitare per 48 lunghissime ore in frigo

( di cui la prima mezz’ora all’aria ).

Togliete l’impasto fuori dal frigo la mattina,

per poi lavorarlo e infornarlo la sera.

Guarnite con pomodoro e mozzarella

( i puristi direbbero E BASTA! )

e tutto ciò che più vi piace e infornate.

Forno statico a 200 gradi.

30 minuti circa.

 

 


 

 

Si dice che siano i dettagli a fare la differenza e qui di dettagli ne abbiamo parecchi.

Io oggi ho cercato di seguirli tutti per arrivare alla mia prima pizza perfetta!

Adesso addento e poi vi faccio sapere!

 

 

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Qualche Piano Oltre – Il Romanzo di Sabrina Gregori

    Qualche piano oltre • “ Immagina di entrare in un ascensore e premere il tasto del tuo piano. Immagina che l’ascensore non si fermi, ma prosegua ininterrottamente la…

 

 

Qualche piano oltre

“ Immagina di entrare in un ascensore e premere il tasto del tuo piano.
Immagina che l’ascensore non si fermi, ma prosegua ininterrottamente la sua corsa.
Immagina che all’aprirsi delle porte la familiare realtà sia completamente trasformata.
Ora immagina che sia tutto vero “.

Trieste, anni ‘70.
Paolo e Sara e la loro grande amicizia.
Una storia che incalza e travolge.
Una storia di amicizia, di amore, di mostri intrappolati in fogli di carta e nell’anima.
Una storia di memoria e di ricordi sfuocati.
Una storia di luci e di ombre.
Una storia di vita e di morte.
Una storia talmente profonda che vi colpirà al cuore e vi farà pensare, tanto.
Perché sfida il tempo e lo spazio ma soprattutto perché, con delicatezza e sapiente maestrìa, vi accompagnerà nel profondo dell’animo umano.

Vi avevo già parlato di lei e dei suoi racconti.
Questo è il suo primo romanzo.
Ma rischio e spoilero: qualcosa bolle nella sua pentola ed io non vedo l’ora di scoprire cosa ci presenterà stavolta.
Odio i buoni propositi e altrettanto gli ottimi consigli ma stavolta non posso che dirvi: leggetelo!

Vi avevo già parlato di lei:

Sabrina Gregori.
Attrice, regista e sceneggiatrice teatrale, cantante per passione, scrittrice per liberarsi perché “ scrivere è un atto liberatorio.
È espressione della propria creatività, è libera manifestazione di pensiero, a volte così libera da non renderci conto di cosa ci sia dietro alle parole che abbiamo messo sulla carta “.
Se volete sapere qualcosa di lei perché, ahimè, è poco social 😜

 

cliccate qui:
http://m.sabrinagregori.it/scrittura/

 

 

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Dolci e libri pasquali direttamente a casa vostra!

    Comfort Food + Comfort Reading  🐣 Pasqua è vicina e la nostra fantastica casa editrice Bora.La in collaborazione con Liberty Laboratorio Artigianale Angelini , ha creato delle bellissime combinazioni dolce +…

 

 

Comfort Food + Comfort Reading 

🐣

Pasqua è vicina e la nostra fantastica casa editrice Bora.La

in collaborazione con Liberty Laboratorio Artigianale Angelini ,

ha creato delle bellissime combinazioni dolce + libro.

🐣

“ Libero Libera Tutti “ viene proposto insieme ad una sofficissima colomba

ma le combinazioni si possono anche personalizzare perciò correte a scegliere la vostra preferita.


Così avrete una valida scusa per strafogarvi di dolcetti pasquali con meno sensi di colpa!


🐣


Per ordinare chiamate la Pasticceria Liberty

al numero 040/2460879 dalle 8.00 alle 18.00.


La consegna a Trieste è gratuita!

 

⬇️ Vi lascio qui il link con la lista dei dolci e di tutti i libri  ma soprattutto per togliervi ogni dubbio ⬇️

https://bora.la/…/dolci-e-morbin-lofferta-pasquale-a-domic…/

 

 

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Weekend di degustazioni e magia a Bruxelles!

    { del lasciarsi sorprendere da se stessi } I giorni passati sono stati giorni assurdi, pesanti, a tratti deliranti. Nel momento in cui mi hanno tamponato sfasciandomi la…

 

 

{ del lasciarsi sorprendere da se stessi }

I giorni passati sono stati giorni assurdi, pesanti, a tratti deliranti.
Nel momento in cui mi hanno tamponato sfasciandomi la macchina mi sono sentita sollevata, e questo la dice lunga.
Ho avuto un attimo di tristezza, erano appena le 2 del pomeriggio ma ho pensato di aver visto tutto, per essere un mercoledì di inizio gennaio.
Poteva solo migliorare.
Invece no, mi sono ricordata di essermi dimenticata di un compleanno importante.
Io che ci tengo tantissimo.
Io che scrivo messaggi personalizzati.
Io che il mio spirito festoso non mi abbandona mai.
Ebbene, non sono infallibile ahimè ( ma voglio credere che sia solo una svista  ).
Per evitare altre catastrofi sono partita alla ricerca di madeleine piene di burro, birre acide, camembert al forno e moules giganti.
Ma soprattutto mi sono scoperta umana, incapace di controllare tutto e tutti, capace di fermarmi, felice di lasciarmi accarezzare quando avrei voluto solo sfogare la mia ira funesta.
Ho ascoltato e mi sono ascoltata.
E siamo partiti.

Sia chiaro: non sono diventata un agnellino ma ci sto lavorando ( che ho intenzione di riscoprirmi ancora e ancora )
E ultimo ma non ultimo Bruxelles è bellissima!
Assai piovosa ma bellissima!

 

 

 CANTILLON 

“ Le temps ne respect pas ce qui se fait sans lui “
1900.
Unico birrificio produttore di Lambic ancora in attività a Bruxelles.
Adesso potrei tenere corsi di Lambic, che da quando l’ho scoperta durante una degustazione di quelle serie, qualche anno fa, con le mie amiche beer-addicted a Gent, non ho fatto che cercarla.
Quasi introvabile in Italia, si distingue in quanto birra a fermentazione naturale prodotta in botti di legno ( ancora! ).
Difficile da produrre perché, come tutte le cose belle, richiede molto tempo.

Ergo.
Bignami della situa per neofiti della birra:
Lambic: fermentazione di 1, 2 o 3 anni.
Mettendo insieme più Lambic di varie annate si ottiene la Geueze che io ADORO.
Lambic = Vino bianco
Gueze = Champagne
Vien prodotta come fosse vino, lentamente e con tanto amore.

E noi, lentamente e con tanto amore, non facciamo che degustare e degustare e degustare ancora alla Brasserie Cantillon!

 

 

 Waffles 
 Gaufres 

È impensabile venire a Bruxelles e non assaggiare i loro waffles, che qui chiamano gaufres.
È impensabile perché ad ogni angolo, in mezzo a qualsiasi piazza, davanti ad ogni hotel spunta un punto vendita che li propone.
I migliori, si dice, sono quelli di Maison Dandoy ( che eccelle anche in biscotti, madeleine e pan briochè! ).
E anche qui non c’è pericolo.
Apri Maps, digiti Dandoy et voilà 200 puntini rossi spalmati per tutto il centro.
Le regole sono 2: solo una spruzzatina di zucchero a velo ( assolutamente no toppings come Nutella, frutta, noci etc ) e i quadratini devono essere sempre 20.

Ebbene.
Stamattina abbiamo fatto le corse perché non potevamo partire senza averli testati.
Pit stop da Dandoy e la grande delusione ci ha travolti quando ho contato i riquadri: 15 !
Ora, il waffle o gaufre era delizioso, lo zucchero a velo delicatissimo, ma niente può farmi dimenticare il senso di amarezza che ho provato.
Mi direte che c’è di peggio nella vita, mi direte che bastava andare da Pierre Marcolini o da Neuhaus a rimpinzarmi di praline ( cosa che peraltro ho diligentemente fatto! ) ma alla fine, come sempre, è stata la Cantillon a risollevarmi l’umore.
Thanks god for the beer e non abbandonate mai la birra vecchia per un qualsiasi waffle nuovo .

 

 


 

 

 

 A Bruxelles abbiamo soggiornato

nel meraviglioso Hotel Metropole

albergo in stile Art Deco risalente al 1895,

in pieno centro storico e

a 10 minuti a piedi dalla Grand Place e dalla Stazione Centrale.

 

 

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