La risposta da Instragram non aveva codice 200.
Follow missmess.lazypippi @ Instagram

MissMess

MissMess

Life, Love, Passion

Intervista a Claudia Venuti – autrice di “Passi” e “Dove Ti Trovo”!

    Parliamo di libri. Ho conosciuto Claudia grazie al web, più precisamente su Instagram. Sono incappata sul suo profilo per caso ed in seguito, sempre casualmente, ho letto un…

 

 

Parliamo di libri.

Ho conosciuto Claudia grazie al web, più precisamente su Instagram.

Sono incappata sul suo profilo per caso ed in seguito, sempre casualmente,

ho letto un passo di “Dove ti Trovo”.

Doveva essere mio.

L’ho portato con me a Formentera e mi sono immersa nella lettura.

Mi sono lasciata travolgere, mi sono rimessa in pace con il mondo, ho inspirato energia ed espirato pesantezza.

Mi sono emozionata, ho riso ed ho pianto ma soprattutto mi sono immedesimata con Mia,

la protagonista.

Ho voluto fortemente intervistare Claudia perchè la sua sensibilità, la sua dolcezza e la sua semplicità

di questi tempi sono cosa rara.

Potete trovare i suoi libri su Amazon oppure potete ordinarli direttamente a lei,

scrivendole su Facebook

Buona lettura!

 

 

Claudia, dopo tanto tempo, finalmente eccoci qui!

Classe 1987.

Nata al Sud e cresciuta in Romagna nei gloriosi anni ’90.

Tua madre, sul suo diario, scriveva:

“E’ una bambina con un temperamento forte, indipendente e deciso”

Raccontaci un po’ di te.

 

Eccoci!

Eh si, rileggendo quel diario 30 anni dopo, devo dire che fa un certo effetto.

Mia madre non si sbagliava, anche se avevo poco più di un anno quando ha iniziato a scrivere di me.

Oggi sono una donna, non più una bambina, ma la descrizione rimane la stessa e sono certa che se dovessi chiederle di scrivere di me adesso, userebbe gli stessi aggettivi.

Per 14 anni della mia vita, ho vissuto a Zungoli un piccolo paese in provincia di Avellino, il luogo che chiamo “casa”, in realtà, chiamo casa anche la città che mi ha successivamente adottata e che negli anni ho imparato ad amare: Rimini.

E poi c’è la mia casa immaginaria, dove con la testa e col cuore ci vivo da una vita ed è il mio posto nel mondo: New York.

Mi definisco una “sognatrice cronica”, estremamente sensibile e lunatica.

Sono un mix infinito di aggettivi che vanno da un eccesso all’altro.

Sto imparando solo adesso ad avere a che fare con le vie di mezzo, ma ammetto che è un’impresa difficile, però ci provo.

Vivo con la teoria del “tutto è possibile” in un mondo tutto mio, dove di base ci sono valori e legami che sanno resistere al tempo e dove le piccole cose sono quelle essenziali.

Vivo anche un po’ “last-second”, nel senso che sono la regina dell’ultimo secondo.

Odio programmare le cose, anche perchè non accetto che all’improvviso qualcuno possa cambiare ciò che mi ero prefissata di fare, quindi evito.

Di qualunque cosa si tratti, non anticipo mai i tempi, pur sapendo che risparmierei la fatica di fare tutto di corsa.

Sono anche un po’ “atipica”, nel senso che ad una domenica di shopping preferisco una domenica allo stadio.

Per quanto riguarda l’essere forte, forse lo ero molto più da bambina, ma tutto sommato lo sono anche adesso, solo che è una forza diversa.

Ho e vivo una vita piena e anche se a volte vorrei provare il piacere di fermarmi, poi continuo sempre con lo stesso ritmo.

 

Appassionata di scrittura e di lettura.Due romanzi pubblicati: “Passi” e “Dove ti Trovo”.

Quando hai iniziato a scrivere e da dove nasce questa passione ( che, tra l’altro, ci accomuna! )

 

Io scrivo da quando ho imparato a farlo, cioè da sempre e la cosa straordinaria è che ho conservato tutto ciò che ho scritto, quaderni e diari di quando avevo 10 anni, anche meno e questo mi permette di collegare e capire tante cose.

La passione per la scrittura è cresciuta con me, in maniera del tutto inconsapevole, non ho mai pensato di saper scrivere, l’unica cosa che sapevo, era che, ogni volta che riempivo dei fogli, stavo bene.

Scrivere è stata la mia cura, il mio sfogo, la mia terapia.

Difficile da spiegare come sensazione, ma ha a che fare col benessere interiore. Essendo una persona molto introspettiva e molto sensibile, ho sempre usato il canale della scrittura per farmi capire, per spiegarmi, per liberarmi dai miei stessi pensieri.

Con la lettura ho un rapporto ancora più intimo.

Ogni singolo libro scelto e letto, non è mai arrivato per caso nella mia vita.

Ci sono libri che non sono mai riuscita ad iniziare, altri lasciati a metà e altri che invece vado a risfogliare per vedere cosa avevo sottolineato e quanto c’era me lì dentro.

Poi ci sono i miei due romanzi, completamente diversi l’uno dall’altro, con un unico filo conduttore: Mia, la protagonista.

Un personaggio inventato che si confonde facilmente con la mia persona.

La verità è che c’è sicuramente qualcosa di me in lei e “gioco” molto con questa cosa, mi diverte immaginarmi in un modo piuttosto che in un altro, ed è quello il bello di scrivere libri… il fatto di poter liberare completamente la fantasia, senza nessuna regola, ma potendo scegliere tutte le sfumature e i tratti distintivi dei personaggi.

Scrivo e scelgo come far andare le cose. Nella vita reale non è sempre così.

Mi stupisce che tutti i miei lettori, quando mi scrivono per dirmi cosa ne pensano dei miei libri, si rivolgono a me come se Mia fossi davvero io dalla prima all’ultima pagina, come se fossero romanzi totalmente autobiografici e non abbiano nulla appunto di inventato e di “romanzato”.

Un giorno mi piacerebbe sapere perchè.    

Forse dovrei chiederlo direttamente a loro.

 

Tu ti autoproduci ed è una cosa coraggiosa in questo periodo.

E’ una scelta che rende liberi di esprimersi e di comunicare senza filtri.

Quali sono i pro e quali sono i contro?

 

La scelta dell’autopubblicazione è stata l’unica che potessi fare.

Prima di intraprendere questa strada, ho cercato una casa editrice, senza ricevere nessun riscontro.

Così, ho dato vita al mio progetto da sola, pensando a tutto, dalla copertina all’impaginazione.

Per il primo libro “Passi” ho utilizzato una piattaforma online che mi ha aiutata tantissimo soprattutto con la distribuzione, in quanto ho avuto la possibilità di essere presente in qualunque store online, mentre con “Dove ti trovo?” ho scelto di autopubblicarmi completamente da sola, senza nessun supporto se non quello delle persone che mi hanno aiutata a realizzare il tutto e questo significa che online è disponibile solo la versione ebook, (realizzata sempre da me) e mi occupo direttamente io della spedizione delle copie cartacee.

Ho comprato i miei diritti d’autore e ho usato una semplice tipografia per stampare le copie che poi rivendo personalmente.

Ammetto che all’inizio riuscivo a gestire abbastanza bene il tutto, oggi non è così facile, perchè le persone con le quali mi rapporto sono aumentate notevolmente negli ultimi due anni.

Il “pro” dell’autopubblicazione è solo questo: la libertà di espressione che non ha nessun limite e che personalmente non riuscirei proprio ad accettare.

Non potrei mai scrivere “a comando”.

Io scrivo tutto quello che sento di scrivere, senza nessun tipo di restrizione o regola.

I “contro” sono quelli che riguardano la distribuzione e il supporto sotto tutti gli aspetti, dall’editing alla pubblicità e all’organizzazione delle presentazioni.

 

Fin da subito mi hanno colpito la tua sensibilità e la facilità con cui passi dal raccontare i sentimenti al descrivere una città.

New York è co-protagonista del tuo primo romanzo, “Passi”, in cui c’è un passaggio che ho amato profondamente:

“Bisogna imparare a mettere dei punti, a chiudere i capitoli, a chiudere i libri”.

 

La mia sensibilità mi ha sempre un po’ “spaventata”, a tratti non l’accettavo nemmeno.

Ero troppo, troppo di tutto.

Poi invece, crescendo, ho capito che essere sensibile non significa essere debole, anzi.

E così, la mia vera forza è diventata proprio quella che credevo la mia più grande debolezza.

Non ho mai chiuso nulla, non ho mai messo punti e per assurdo anche mentre scrivevo, facevo fatica a chiudere i capitoli.

E’ per questo che in passato ho fatto l’errore di trascinarmi dietro il mio stesso passato, ed è proprio quando ho imparato a chiudere tutto, che sono rinata.

E’un po’ come Mia, se vogliamo.

E’ difficile imparare, ma è possibile, perchè lasciare spiragli al nostro passato significa solo intralciarsi il presente.

Ciò che è stato, è stato e l’unica cosa che possiamo fare è apprendere la lezione che quel determinato momento di vita ci ha dato, senza ostinarsi a voler tornare indietro a tutti i costi per cambiare il corso delle cose.

Il corso delle cose non si cambia. Per fortuna, aggiungerei in certi casi.

Ad oggi, mi sembra tutto perfetto così com’è.

Ognuno ha i propri tempi, l’importante è riconoscerli. E riconoscersi, sempre.

 

Perché proprio New York?

Come Mia, la protagonista, anche tu saresti pronta a lasciare tutto e  trasferirti oltre Oceano?

Assolutamente si. Ho sempre pensato : “Prima o poi ci andrò a vivere.” e sono certa che succederà, anche se non so quando e per quanto, sicuramente è nella lista dei miei desideri. Ogni tanto vorrei essere davvero come Mia.

Con New York ci siamo scelte a vicenda, ricordo benissimo la sensazione che ho provato quando sono arrivata a Manhattan per la prima volta, mi sentivo a casa, nella mia dimensione perfetta, mi sentivo parte di quelle strade, mi sembrava di conoscere già tutto, per questo dico che è il mio posto nel mondo… perchè nessun luogo al mondo mi fa sentire come mi sento quando sono a NY.

“Dove ti trovo?” l’ho scritto praticamente tutto lì, in poco più di dieci giorni.

Uscivo la mattina presto e tornavo a casa verso sera e passavo l’intera giornata a camminare e fermarmi a scrivere dove volevo.

Lei mi ha dettato ogni singola parola. E’ il motore delle mie parole. E’ stato un po’ come quando s’incontra la persona giusta e si dice “E’ LEI” ecco per me è stato così, amore a prima vista ancor prima di vederla, già la sentivo mia come città.

 

Le nostre strade si sono incrociate per caso, grazie a quella che è croce e delizia del nuovo millennio: la rete ovvero l’internet ovvero i social.

Come li vedi e come li usi per divulgare la tua scrittura?

 

Per me i social sono stati e sono fondamentali e una cosa è certa, non sarei mai arrivata a così tante persone, se non ci fossero stati.

E’ l’unico canale che ho a disposizione per farmi conoscere, ed è così che sono riuscita a divulgare i #passidimia usandoli in maniera costante e lavorandoci quotidianamente.

E’ un mondo relativamente virtuale per quanto mi riguarda, perchè in questi due anni, grazie ai miei libri ho conosciuto tante persone, le stesse che mi leggevano poi sono diventate amiche a distanza.

Io sono sicuramente entrata nelle loro vite grazie ai miei libri ma anche loro sono entrate nella mia, grazie ai loro messaggi e al loro supporto e tu Francesca sei senza dubbio tra loro.

E’ un po’ come se fosse nata una piccola famiglia, ecco si, sento di avere un’altra famiglia, è solo che le persone che ne fanno parte abitano in posti diversi e lontani fra loro.

Ed è bellissimo così. Dico sempre che un giorno spero di incontrarle tutte.

 

E’ proprio grazie ad Instagram ( che io adoro! ) che sono incappata in “Dove ti trovo” e mi sono lasciata travolgere:

“Si continua a viaggiare.

Abbiamo solo bisogno di bagagli leggeri, qualche abbraccio sincero e una bella scorta di coraggio.

Quella sì che aiuta sempre.

Quello a volte ci salva”.

Per una viaggiatrice incallita come me le tue parole sono aria pura.

Il viaggio come metafora della ricerca di chi non sa accontentarsi?

 

Esatto, ne hai colto il senso.

Questa frase (che poi è in assoluto una delle mie preferite)  l’ho scritta pensando ad una mia amica che aveva mollato tutto ed era partita da sola, allontanandosi dal suo mondo quotidiano.

E’ ancora salvata nelle note del mio telefono, con la data di una sera di giugno del 2016.

Ogni viaggio ha bisogno di coraggio, sia i viaggi che facciamo dentro di noi che quelli che ci portano ad andare via, con la speranza poi di ritrovarci.

Chi non sa accontentarsi viaggia solo un po’ di più, soprattutto con la testa.

Io personalmente viaggio molto con la fantasia e probabilmente preparo bagagli immaginari tutti i giorni… e ogni tanto penso che dovrei smetterla, altre volte invece penso che non mi darò mai tregua.

Che poi il bello di certi viaggi è che decidi tu quando partire e quando tornare, ma soprattutto come tornare.

La mia amica, alla fine è tornata, ma nel frattempo sarà partita altre mille volte e io idem.

 

“Bisognerebbe avere sempre il coraggio di seguire il proprio istinto, le proprie passioni.

Bisognerebbe vivere così, spinti da ciò che ci piace.

Sono partita spesso per scappare ma ovunque andassi quello che avevo dentro veniva con me.

Era addosso”.

Ecco che ritorna il viaggio.

Confesso di essermi immedesimata moltissimo perché anch’io, molto spesso, sono partita per scappare ma quando si tratta di sentimenti, loro ti trovano ovunque e forse non è poi così male.

 

In realtà, bisogna avere anche il coraggio di fermarsi e rendersi conto che certe corse continue non porteranno mai a nulla.

E’ che abbiamo sempre un po’ paura di affrontare i sentimenti, siano essi negativi o positivi, perchè ognuno con le proprie esperienze si crea una sorta di manuale di auto-difesa, ma non è scappando che ci difendiamo meglio, l’unico modo per difendersi davvero è restare e affrontare ciò che c’è da affrontare.

E’ solo dopo aver affrontato tutto che scopri il piacere di andare via solo per il bene che può fare staccare la spina, ed è in quel momento che provi il piacere di goderti ogni altra meta, quando ti liberi completamente e ti rendi conto che non stai più scappando da niente e da nessuno.

Ed è quella la sensazione migliore in assoluto.

 

In “ Passi” hai toccato un argomento che mi sta particolarmente a cuore: l’amicizia.

“Quando parlo di lui dico: il mio migliore amico, perché c’è qualcosa ai miei occhi che lo rende il migliore che potessi avere…

Se potessi donare un pezzo di felicità a qualcuno, deciderei di donarla a lui…

L’amicizia è un sentimento che fa da colonna portante nella mia vita…”

 

In questo sono come Mia.

Penso che l’amicizia sia uno dei temi centrali dei miei libri, perchè in realtà è un argomento importantissimo anche nella mia vita reale.

Sempre in “Passi” scrivo che : “L’amicizia vera è pur sempre una forma d’amore.” e penso che questa frase racchiuda perfettamente il mio pensiero.

Ho tanti legami, che io definisco – fondamentali – sono legami forti e tutte quelle persone messe insieme sono la mia forza.

Mi reputo molto fortunata, perchè avere dei buoni amici significa non essere mai soli.

 

Alla fine tutto riporta all’essenza, ai sentimenti, alle emozioni.

“Bisogna solo imparare a sentire. Le persone hanno paura di ascoltarsi.  Le emozioni forti non sono per tutti”.

Leggendoti si percepisce che per te, scrivere, è emozione.

Hai nuove emozioni pronte da imprimere su carta?

Possiamo aspettare con ansia una nuova uscita?

 

Ho iniziato da poco a scrivere il terzo libro, l’ultimo capitolo dei #passidimia , non so quando uscirà, ma arriverà.

Scrivo continuamente e anche se attualmente è tutto in disordine, tra note del telefono, fogli sparsi, quaderni, computer… so bene che alla fine tutto avrà un senso. Io sento e ascolto molto e non mi spaventano le emozioni forti, anzi, sono quelle che mi fanno sentire viva.

Sto scrivendo, ma con calma. Questo nuovo libro avrà un valore particolarmente speciale per me, forse perchè sono cresciuta rispetto al primo, non lo so.

So solo che quel po’ che continuo a leggere e rileggere quel po’ che ho scritto fino ad ora e ho la sensazione che per me, questo, sarà il più bello.

 

 

Nessun commento su Intervista a Claudia Venuti – autrice di “Passi” e “Dove Ti Trovo”!

Giordania – tra deserto, mare, tesori e stupore!

    GIORDANIA Furgoncino scassato, Babbo Natale appeso sopra la testa, i Beatles in sottofondo e atmosfera modello The Boat that Rocked. Di vero ci sono solo il furgoncino e…

 

 

GIORDANIA

Furgoncino scassato,

Babbo Natale appeso sopra la testa,

i Beatles in sottofondo e atmosfera modello The Boat that Rocked.

Di vero ci sono solo il furgoncino e Babbo Natale ma lo spirito è questo.

Siamo atterrati in Giordania in piena notte e siamo stati accolti così.

Oggi abbiamo iniziato il nostro tour andando verso nord,

dove le strade sono costellate di ulivi.

Ci siamo arrampicati fino al Castello di Aijloun,

fortezza abitata fino al 1955 dai beduini.

Da lassù controllavano Siria, Palestina e Israele.

Un delirio di scale,

un saliscendi che nemmeno i migliori squat

e che mi ha riportato immediatamente in Libano e in Oman.

Un caffè al cardomomo per riscaldare corpo

e cuore prima di spostarci verso Jerash.

Oh mamma, che meraviglia Jerash.

Sepolta per secoli sotto la sabbia,

poi scoperta e riportata alla luce,

testimonia la grandezza dell’impero romano in medio oriente.

Una vera metropoli dell’antichità,

fatta di edifici decorati e favorita dalla posizione privilegiata adiacente alle vie

commerciali nabatee,

divenne una delle città più ricche di tutto l’Impero Romano.

Si cammina per ore a testa insù e con gli occhi sgranati.

Un suono di cornamusa ci porta nel centro di un anfiteatro dove troviamo bambini danzanti

e allegri beduini suonanti.

Lungo la strada del cardo,

l’albero del pepe che non so voi ma io è la prima volta che lo vedo  

Abbiamo pranzato con riso bianco

( rigorosamente importato che qui l’acqua è davvero carente ) e verdure,

hummus e tanta frutta.

Rientrati ad Amman ci siamo fermati al Souk

che qui si trova nella città vecchia ed è pieno di ciarpame

in gran parte cinese perciò davvero poco interessante.

Il mercato ortofrutticolo, invece, è un tripudio di colori.

Un delirio di gente urlante e caschetti di banane piccoline ma buonissime.

Seduta davanti al camino nella hall dell’albergo,

mentre scorro le foto e whatsappo gli auguri di fine anno in anticipo

( che domani si parte per il campo tendato e di connessione non se ne parla nemmeno )

che ripenso a quanta bellezza ho avuto la fortuna di vedere quest’anno.

Odio i bilanci ed i buoni propositi.

Detesto stilare to list e piani 

( so già che verrò ripresa per questo ma giuro che mi impegnerò ).

Dribblo la testa e seguo sempre quel pazzo del mio cuore.

Eppure riesco ad essere felice.

C’è amore nell’aria, respiriamolo.

C’è speranza, crediamoci.

C’è vita, viviamola 

 

 

 

 

Si dice che Petra sia una delle otto meraviglie del mondo antico,

il tesoro più prezioso della Giordania.

I Nabatei, arabi gitani, la crearono nel 350 a.c.

scavando la roccia calcarea che cambia colore a seconda della luce

e la trasformarono in snodo cruciale per le rotte commerciali della seta e delle spezie,

grazie alle quali Cina, India e Arabia del Sud poterono entrare in contatto con Egitto, Siria, Grecia e Roma.

Per entrare a Petra bisogna oltrepassare il Siq, stretta gola fiancheggiata da ripide pareti rocciose.

Alla fine del Siq appare maestoso il Tesoro.

Ecco, la sensazione che si prova è difficile da spiegare.

Ci si aspetta la maestosità e ci si ritrova davanti all’infinito.

Infinito dato dalla lunga passeggiata attraverso il Siq per arrivare a godere di cotanta bellezza.

Perchè la felicità è anche un lavoro, non è gratis, la si costruisce e la si cura.

E la mia felicità si nutre ogni volta che ho la fortuna di poter percorrere nuove strade.

Il nuovo anno, per me, inizia qui.

Da una notte di balli e feste in un campo beduino e qualche ora di sonno in tenda che non fa per me

– e ora ne ho la conferma –

ma che ti rimette in pace con il mondo.

Un cielo stellato ed un fuoco acceso riscaldano il cuore e riempiono l’anima.

Mezzanotte con panettone e birra calda.

Mezzanotte con la musica dei gloriosi anni ‘80 che la musica a Capodanno resta uguale da Cortina alla Giordania!

Mezzanotte senza Wi-Fi.

Chi mi conosce bene sa che odio gli auguri di inizio d’anno perchè a chi voglio bene auguro cose belle ogni giorno

ma soprattutto auguro di avere sempre un animo curioso, occhi sempre aperti e cuore pulsante 

 

 

 

 

 

Negli ultimi 7 anni, dopo la guerra in Siria,

la Giordania ha perso tantissimo turismo nonostante sia un paese sicuro e stabile

in quanto stato cuscinetto importante per Israele.

Ad Amman ci sono 4 milioni di abitanti, di cui almeno un milione sono profughi.

Nata in origine con sette colli, adesso sono diventati 22.

Abbiamo percorso km e km con il nostro furgoncino vintage,

passando dalla nebbia fitta delle montagne al sole del deserto.

Siamo saliti sul Monte Nebo per allungare lo sguardo fino alla Cisgiordania.

Poi siamo scesi a Madaba, città che custodisce la mappa mosaico di Gerusalemme

e della terra santa e dove sono tornata immediatamente bambina, ai tempi delle elementari,

quando le suore ci facevano ordinare e incollare con religiosa calma piccoli tasselli di mosaico colorato.

Ho portato a casa una collana con un ciondolo verde e rosso pieno di pietrine mosaicate.

Ho imparato che le tende che loro usano come case sono fatte di lana di capra e lana di dromedario

che con l’acqua si gonfiano e non permettono alla pioggia di penetrare e con il sole si seccano e fanno passare l’aria.

Praticamente un inverter casereccio che ho testato e che vorrei piantare nel mio giardino 

Ho ascoltato i racconti politici e religiosi dei giordani e finalmente ho fatto chiarezza su Cisgiordania, Palestina e Terra Santa

– che sono la stessa cosa, sunniti, sciiti, Islam, confini e zone – ahimè – di guerra.

Abbiamo percorso la via della seta e l’autostrada del deserto

( autostrada è un simpatico eufemismo che le strade, come il Wi-Fi, non sono il loro forte ).

Abbiamo raggiunto il Wadi Rum o Valle della Luna e dopo un pomeriggio in jeep

sulle tracce di Laurence d’Arabia abbiamo raggiunto il secondo campo tendato

dove abbiamo cenato e guardato luna e stelle luminose nel cielo 

Le tende e i campeggi non fanno per me ma la magia che si prova in questi posti è innegabile

ed il silenzio della notte magico.

 

 

In Giordania non esiste un treno passeggeri,

la loro ferrovia trasporta solo merci,

nello specifico il fosfato dal nord al sud.

Stamattina ci siamo fermati nel Wadi Rum a visitare un antico treno  turco ottomano del 1898

dismesso battente ancora bandiera turca  ottomana che percorreva sempre la stessa linea

che attraversa Libano e Siria ed arriva alla Mecca.

Percorrendo l’autostrada del deserto in meno di due ore siamo arrivati ad Aqaba, sul Mar Rosso,

la prima città ad essere stata liberata dagli ottomani ai tempi di Re Abdullah e Lawrence d’Arabia

ed è l’unico sbocco sul mare della Giordania.

( 20 anni fa è diventata porto franco perciò lo shopping è stato feroce  )

Il controllo al check point è molto accurato essendo vicinissima ad Israele e Arabia Saudita.

Ma poi arrivi in hotel e trovi l’estate con i suoi colori ed il suo calore.

Questa cosa che bastano 30 km e si passa dal freddo polare al caldo torrido è pazzesca.

E poi sarà Mar Morto e fanghi e massaggi e relax, finalmente!

 

 

 

L’alba sul Mar Rosso è talmente delicata che non ti fa pentire della sveglia ad un’ora così infelice.

Stamattina siamo partiti prestissimo alla volta del Mar Morto.

Abbiamo costeggiato il confine con Israele per circa 350 km fino a raggiungere il nostro resort.

Quattro lunghe ore sul nostro furgoncino vintage ammirando il rigoglioso verde israeliano

che loro i problemi di acqua non sanno nemmeno cosa siano ma soprattutto l’acqua l’hanno desalinizzata.

Pensare che il Mar Morto con i suoi 416 mt sotto il livello del mare sia il punto più basso del mondo fa una certa impressione

ma ammetto che non appena infangata ho smesso di farmi tante domande,

mi sono immediatamente sentita una Cleopatra de noialtri

e mi sono goduta la meraviglia di una SPA veramente naturale.

L’acqua qui è dieci volte più salata dell’acqua di mare, calda e ricchissima di minerali.

Ci si può immergere e leggere il giornale, chattare o darci di selfie 

che tanto si galleggia meglio che sul flamingo in piscina 

Abbiamo cenato all’aperto ammirando le stelle e Gerusalemme illuminata che Israele è davvero vicinissima!

 

 

Della Giordania non dimenticherò la meraviglia e lo stupore che ho provato all’ultima curva del Siq

prima di intravedere il Tesoro.

Il silenzio magico del deserto in una notte piena di stelle 

I balli intorno all’immenso falò  acceso aspettando il nuovo anno con panettone e birra calda.

Il passare dagli zero gradi con sciarpa, piumino e guanti termici ai trenta gradi con costume,

infradito e Maracaibo in sottofondo.

( tutto questo in sole due ore di macchina )

Il vento che mi ha avvolta e travolta mentre su una jeep scassata attraversavamo il rosso Wadi Rum.

La gente accogliente e ospitale.

I posti di blocco spesso e volentieri che mi sono sentita più al sicuro qui che a casa mia.

Il mio primo albero del pepe.

I fanghi neri del Mar Morto che quando si seccano pare che ti si stacchi la pelle.

Galleggiare nel Mar Morto senza trucco e senza inganno.

I tramonti.

Ragazzi, che meraviglia i tramonti giordani 

Le ore passate a scrivere durante i nostri spostamenti in quel furgoncino che mi mancherà un sacco.

La nostra guida Mutasem che pare un orsetto  della Thun ma con un bagaglio di cultura immenso.

È grazie a lui se adesso ho fugato ogni dubbio arabo,

se mi sono appassionata ancora di più a questo paese meraviglioso,

se torno a casa felice e piena di voglia di raccontare,

che un passaggio qui lo dovrebbero fare tutti almeno una volta nella vita 

 

 

 

 

  1. La vedete questa carovana?
  2. Siamo noi, il nostro gruppo giordano.
  3. Per la prima volta ho scelto un viaggio organizzato ed è andata benissimo.
  4. Se volete pianificare un viaggio non potete non dare un occhio al loro sito Viaggi Giovani:

troverete viaggi di gruppo e viaggi su misura ma soprattutto troverete gente giovane, dinamica e super disponibile!

 

 

 

Nessun commento su Giordania – tra deserto, mare, tesori e stupore!

Weekend a Varsavia – mille facce e altrettante sfaccettature di una città elogio della semplicità e della lentezza!

  Varsavia. C’è silenzio e c’è la neve   Ci sono le candele e ci siamo noi. Sono stata in Polonia per la prima volta quest’estate ed ho tanto sperato di…

 

  1. Varsavia.

  2. C’è silenzio e c’è la neve  
  3. Ci sono le candele e ci siamo noi.
  1. Sono stata in Polonia per la prima volta quest’estate
  2. ed ho tanto sperato di tornarci in inverno con la neve
  3. perché dove ci sono fiocchi c’è magia.
  4. Ed eccoci qui.
  5. Luci di Natale dappertutto, pesanti portoni in ferro decorato,
  6. neve lungo i bordi delle strade e un’atmosfera d’altri tempi.
  7. Ci ha conquistato subito.
  8. Con la sua eleganza e la sua lentezza.

  9. Con il suo freddo pungente e le sue zuppe calde.

  10. Con quel maestoso albero di Natale illuminato in piazza ed è quasi febbraio.

  11. Ecco, diciamocela tutta, l’albero vince su tutto,
  12. io posso ricominciare a canticchiare le canzoni di Natale senza vergognarmi
  13. ed in un attimo è poesia

 

 

 

  1. Il primo giorno ci siamo svegliati in una Varsavia cupa e nuvolosa.
  2. Ma la pioggia non ci ha fermato e abbiamo battuto Stare Miasto,
  3. la città vecchia, da cima a fondo.
  4. Quelle stradine ancora addobbate,
  5. i mille locali nascosti che per alcuni neanche Google Maps,
  6. le coppiette innamorate ad ogni angolo che ad averne in Francia
  7. Prévert ci avrebbe scritto un’intera
  8. enciclopedia,
  9. le chiese e i pierogi.
  10. Si, lo so che sto mischiando sacro e profano ma oggi è andata così:
  11. per metà giornata non abbiamo fatto altro che mangiare e bere
  12. e l’altra metà l’abbiamo dedicata al museo degli ebrei polacchi,
  13. il Museo Polin.

  14. In tanti mi hanno chiesto se abbiamo scelto di venire in Polonia in occasione
  15. dell’anniversario della Shoa
  16. ma no,
  17. è stato un caso, e la bellezza sta proprio qui.

  18. È sempre un colpo al cuore ripercorrere quel pezzo di storia.

  19. Passa il tempo ma fa male lo stesso, forse anche di più.

  20. Buona notte sognatori, nonostante la pioggia qui si riescono a vedere le stelle.

  21. Vorrà pur dire qualcosa, no?

 

 

  1. Varsavia è stata quasi completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale,
  2. per poi risorgere partendo dal centro storico a Stare Miasto,
  3. fedelmente riportato in vita grazie ai dipinti del Canaletto.
  4. Ed è proprio la città vecchia che è la chicca.
  5. Oggi abbiamo macinato km a Praga,
  6. l’unico quartiere scampato ai bombardamenti
  7. e che conserva tutt’ora gli edifici fatiscenti di inizio secolo. 
  8. Sono anni di fermento e rinascita,
  9. di atelier di pittori e fabbriche dismesse ora studi artistici.

  10. Sono come la nostra vicina Yugoslavia negli anni ‘80.

  11. Sono le “latterie” – una sorta di mensa ricordo dell’era comunista
  12. e ancora in voga tra gli autoctoni.

  13. Sono cioccolate calde densissime al Wedel
  14. che tuttora ha conservato lampadari e pavimenti originali.

  15. Sono le birrette a metà pomeriggio ed il loro vino, per noi imbevibile,
  16. che ci ostiniamo ad ordinare ogni sera perché sennò con che cosa si brinda?

  17. Sono i colori dei murales ed il cielo plumbeo.

  18. Sono i nostri giorni polacchi 

 

 

  1. Ci ho messo un po’ a capirla, questa città.
  2. Ci ho messo qualche giorno a comprendere la sua riservatezza
  3. ciò che mi ha fatto innamorare di questo paese così accogliente e così pulito,
    1. ciò che mi fa dire con certezza che presto ci rivedremo 

      Di Varsavia non dimenticherò le decorazioni
    2. ma soprattutto lo spirito natalizio a fine gennaio 
    3. Qui Santa Claus  batte il carnevale 10 a zero!

    4. Le zuppe calde, i pierogi due volte al dì
    5. che quelli curano il cuore più di una medicina,
    6. la birra a fiumi ed il vino che la mia nonna avrebbe definito rosolio.

    7. I suoi caffè così caldi, così liberty, così accoglienti.

    8. La cioccolata calda densissima.

    9. Il profumo di pino lungo le strade e la pista di ghiaccio che circonda la sirenetta.

    10. La pioggia  , tanta pioggia, ogni giorno,
    11. ma vuoi mettere il romanticismo?

    12. Perché Varsavia è romantica di brutto, nonostante le ferite,
    13. nonostante il dolore, nonostante tutto ciò che ha passato.

    14. Ha mille facce e altrettante sfaccettature.

    15. Ha la grazia di una vecchia signora che beve un thè caldo
    16. e l’arroganza di una teenager ribelle.

    17. Ha scorci meravigliosi e angolini con silenzi assordanti.

    18. Ha la delicatezza della semplicità.

    19. Ha l’eleganza ma soprattutto ha la lentezza.

    20. Quella lentezza che serve ad assaporare la vita  

 

 

 

  1. Noi siamo passati di qui e ci sono piaciuti tutti un sacco: 
  2. Pod Samsonem – ci siamo fermati a pranzo e ci hanno deliziato
  3. con piatti tipici e birra polacca buonissima;

 

  1. Same Fusy – sala da the carinissima, accogliente e molto polacca!
  2. Io ho preso il the di Winnie The Pooh e vi ho detto tutto!

 

  1. To Lubie – uno dei miei posti preferiti.
  2. Sembra di stare in uno di quei film romantici francesi.
  3. Candele, finestre di legno umide e musica in sottofondo.
  4. The caldo e fetta di torta obbligatori 😉

 

 

  1. Stolica – forse il mio preferito.
  2. Ristorante elegante ma non troppo.
  3. Semplice ma non troppo.
  4. I migliori pierogi mangiati a Varsavia e la carne cotta a puntino.
  5. E ultimo ma non ultimo, sono simpatici!!

 

 

 

 

 

Nessun commento su Weekend a Varsavia – mille facce e altrettante sfaccettature di una città elogio della semplicità e della lentezza!

Bordeaux – un weekend di formaggi, baguette e fiumi di vino rosso!

Bordeaux. Sono partita non in forma come al solito, stanchissima, acciaccata e a tratti fastidiosa ma tanto felice perché la sognavo da un sacco.       Il vino prepara…

  1. Bordeaux.

  2. Sono partita non in forma come al solito, stanchissima, acciaccata e a tratti fastidiosa
  3. ma tanto felice perché la sognavo da un sacco.

 

 

 

  1. Il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione.
  2. Ovidio
  3. Per festeggiare la fine del nostro corso di degustazione vini abbiamo deciso di volare a Bordeaux.
  4. Un lungo weekend di formaggi e vino, di relax e passeggiate lungo il fiume,
  5. di shopping natalizio e di alberi addobbati.

  6. Atterrati just in time per cena, siamo entrati per caso a Le Petit Commerce
  7. un ex pescheria che serve pesce fresco e tanto vino.

  8. Abbiamo ordinato mezzo menù e abbiamo brindato ai nostri giorni francesi.

  9. Stavolta niente hotel ma un luminoso appartamento con pavimento scricchiolante e letti soffici.

  10. Ci siamo addormentati con la pioggia battente e ci siamo svegliati con un sole splendente.

  11. Per girare a Bordeaux non serve una guida: tutte le strade portano al Grand Théâtre.

  12. Perdersi nei dedali delle sue stradine è la vera bellezza.

  13. Passeggiare tra brasserie colorate e boulangerie che profumano di croissant al burro
  14. e spremute d’arancia è magia.

  15. Incontrare bambine con la baguette sotto braccio e la cartella sulle spalle,
  16. francesi in bicicletta con pelosi al seguito,
  17. chiese gotiche e xmas tree sbrilluccicanti che pare di essere in un racconto di Walt Disney.

  18. Mangiare tarte tatine a colazione, ostriche a pranzo e formaggio a cena,
  19. incontrare Babbo Natale e offrirgli un bicchiere di vino.

    1. È quella leggerezza che non avevo da tanto tempo,
    1. che ti fa vivere con gli occhi pieni di meraviglia ed il cuore che batte  

 

 

  1. Nel 2007 l’UNESCO ha definito il centro storico di Bordeaux patrimonio dell’umanità
  2. e nel 1998 l’ha inserita in uno dei percorsi del cammino di Francia nel Cammino per Santiago di Compostela.
  3. All’interno de l’Eglise Saint Pierre sono state girate alcune scene de Les Miserables.
  4. Ebbene, abbiamo camminato km e km per visitarle tutte,
  5. per ammirare, fotografare, vivere.
  6. Abbiamo deciso di dedicarci al sacro cazzeggio e di seguire i ritmi dei bordolesi.
  7. Sabato è giornata di mercato al Marché des Capucines
  8. dove tutta Bordeaux si rifornisce di cibi e vivande.

  9. Un must è il pranzo al Chez Jean – Mi
  10. dove ostriche e formaggi sono di casa e dopo le 15.00 il cibo è for free:
  11. tutto ciò che avanza viene regalato ed è così che ci si emoziona davanti alla vecchina
  12. che si fa incartare bruschette al prosciutto e pomodoro fresco.

  13. Freddo polare e cuore caldo.

  14. Abbiamo cenato a Le Comptoire Fromager e per me è stato delirio allo stato puro:
  15. Rosè e raclette con formaggio fuso a profusione.

  16. Nel nostro appartamento francese abbiamo brindato con Chateau S.Christophe e brie che morbido come qui giammai.

  17. Sonno profondo e valigie da fare ma quella leggerezza che non avevo da tanto tempo,
  18. che ti fa vivere con gli occhi pieni di meraviglia ed il cuore che batte  

 

 

 

  1. Mi porterò dentro il profumo di croissant che ti avvolge mentre passeggi,
  2. il freddo pungente anche nelle giornate di sole, le centinaia di persone il sabato pomeriggio in centro,
  3. il formaggio puzzone ma buonissimo, le baguette che non è solo leggenda metropolitana,
  4. i litri di vino rosso che vorrai mica non assaggiare,
  5. le ostriche che non mi piacciono ma che qui ho mangiato lo stesso,
  6. i negozi vintage dove avrei comprato tutto ( ma ci sono anche Hermes e gli amici suoi eh! ), 
  7. i bistrot piccolissimi e così accoglienti, la delicatezza dei francesi e la erre moscia che ho portato a casa con me,
  8. la magia del Natale con le sue lucine e l’allegria che travolge,
  9. le nostre chiacchere l’ultima sera nel nostro appartamento francese,
  10. il nostro brindisi francese, le nostre foto francesi,
  11. i nostri ricordi francesi, la magia francese.

  12. È così deliziosa Bordeaux che un passaggio lo dovete fare chè non può che farvi innamorare 

 

 

 

Nessun commento su Bordeaux – un weekend di formaggi, baguette e fiumi di vino rosso!

Libano – colori e sapori di un paese affascinante, contrastante, accogliente e magico!

Abbiamo scelto di venire in Libano incuriositi dalle distese di cedri e dallo skyline moderno di Beirut, dalla storia che lo ha messo in ginocchio e dalla cucina che è…

  1. Abbiamo scelto di venire in Libano incuriositi dalle distese di cedri e dallo skyline moderno di Beirut,
  2. dalla storia che lo ha messo in ginocchio e dalla cucina che è una delle mie preferite.
  3. Siamo atterrati in piena notte con la pioggia.
  4. Abbiamo dormito 3 ore perché la voglia di scoprire questo paese era troppa.
  5. Ci siamo strafogati di hummus a colazione e siamo partiti verso sud, alla volta di Sidon.
  6. Tra castelli in mezzo al mare, souk pieni di spezie, tessuti, saponi
  7. e cavi elettrici sospesi, sotto un sole cocente ed in mezzo ad un traffico assurdo siamo arrivati a Tyre
  8. – che è patrimonio dell’Unesco ed ora è controllata dalle Nazioni Unite – ed infine a Maghdouche.

  9. È un paese assurdo, a momenti un flash, ma affascinante da morire.

  10. Siamo passati dal grattacielo di 40 piani con piscina sul tetto
  11. alla macchina anni ‘50 che sfreccia on the road modello caffettiera.

  12. Dalle boutique di Gucci e Chanel
  13. a quintali di immondizia che non basterà una vita per smaltirla.

  14. Controlli e posti di blocco ad ogni km.

  15. Metal detector in hotel e nei centri commerciali ma una vita notturna NY style.

  16. Beirut è decisamente giovane e viva.

  17. Si percepisce la voglia di crescita, di sviluppo, di rinascita.

  18. Siamo usciti a cena a piedi,
  19. passeggiando tra palazzi distrutti ma circondati da grattacieli nuovissimi e illuminati a giorno.

  20. È scoperta.


  21. È sorpresa.


  22. È il viaggio!

       

 

 

  1. Il Libano è un museo a cielo aperto e
  2. Beirut è costruita a strati sulle rovine di fenici, bizantini, romani.
  3. 18 religioni con culture diverse in un paese il cui nome deriva da laban – latte –
  4. per via della somiglianza tra il Monte Libano,
  5. massiccio montuoso coperto di neve d’inverno, e il colore del latte.
  6. Palazzi che svettano verso l’alto e pompe di benzina che scendono verso il basso.
  7. Dopo la guerra c’è stata una corsa alla ricostruzione.

  8. Il porto è nuovissimo.

  9. Una passeggiata sul lungomare con uno highline che sembra di stare a Singapore.

  10. Abbiamo cenato al Babel, a due passi del mare,
  11. che se vi dovesse capitare di passare di qui, una sosta dovete farla.

  12. Una mattinata passeggiando nella Beirut antica, dove si alternano palazzi bombardati,
  13. trincee a bordo strada e grattacieli nuovi di zecca ed una serata nella nightlife libanese che è proprio come si racconta: viva.

  14. Io mi sento sicura qui.

  15. In molti mi hanno chiesto perché ho scelto il Libano.

  16. È il mio bisogno di viaggiare e di scoprire che mi porta ad avere nuovi occhi
  17. ogni volta che arrivo in un posto nuovo.

  18. È la necessità di sentirmi a casa ovunque nel mondo.

  19. È il desiderio di crescere e di lasciare un segno,
  20. sia pure un selfie sfuocato in una serata pressoché perfetta.

 

 

  1. In Libano ci sono mimose in fiore e ficus ad angolo, si canta Toto Cutugno all’ora dell’aperitivo
  2. e si fuma nei ristoranti che se non ti fai almeno un narghilè a pasto non sei nessuno!
  3. Più di quindici milioni di libanesi hanno lasciato la loro terra durante la guerra per non farci più ritorno.
  4. I palazzi bombardati di Beirut e mai più ricostruiti sono di proprietà di qualcuno
  5. che probabilmente non li reclamerà mai.
  6. Qui sono rimasti in quattro milioni circa più un paio di milioni di rifugiati.

  7. In questi giorni abbiamo battuto il Libano da nord a sud, lungo la costa,
  8. fino a Byblos, la città più antica al mondo ancora abitata.

  9. Abbiamo camminato tra rovine romane distese accanto al mare e souk pieni di spezie e tessuti colorati.

  10. Abbiamo visitato Jeita, la grotta più importante e più bella tra le 500 grotte sparse in tutto il paese.

  11. La grotta nord a piedi, quella sud in barchetta.

  12. Un’umidità che mi si è sciolta la cofana che tenevo in piedi con tanta cura.

  13. Abbiamo bevuto un blanc de blanc delle terre libanesi accompagnandolo con quantità industriali di hummus.

  14. Abbiamo fatto scorta di crema al pistacchio e dolcetti al miele, di kajal nero e saponi all’olio d’oliva.

  15. Abbiamo dormito pochissimo e camminato tantissimo.

  16. Abbiamo acceso una candela ad Harissa, su in cima, ascoltando i racconti di chi è stato adolescente in guerra.

  17. Abbiamo pregato.

  18. Abbiamo respirato.

  19. Abbiamo riso fino alle lacrime.

  20. Abbiamo vissuto.

  21. Abbiamo viaggiato!

 

 

 

  1. Del Libano non dimenticherò l’hummus morbidissimo
  2. e perfettamente impiattato che neanche un architetto.
  3. La pita/pane arabo/azzimo senza lievito che con questa scusa ne mangi 12 fettine ed è subito effetto carboidrato.
  4. Le ceste di frutta a fine pasto modello banchetto medievale e quei cachi piccolini e morbidosi che ho trovato solo qui.
  5. Il lungomare la domenica, incasinato come le strade di Beirut con quel crazy way to drive che li contraddistingue.
  6. I taxi ad cazzum: a fine corsa guardano l’autoradio e sono sempre 20.000 lire libanesi,
  7. per andare ovunque e comunque.

  8. I palazzi bombardati ed i grattacieli modello Trump Tower accanto.

  9. La storia fatta di città sommerse, di fenici, bizantini e romani.

  10. I campanili delle chiese accanto ai minareti delle moschee.

  11. I racconti di guerra dei miei coetanei: noi che negli anni ‘80 ballavamo la disco music
  12. e loro che schivavano le bombe.

  13. I controlli ed i posti di blocco ad ogni km.

  14. I metal detector in hotel e nei mall ma una vita notturna NY style.

  15. La gentilezza e la fierezza dei libanesi.

  16. Le poche ore di sonno perché anche questa città non dorme mai
  17. e per stare al passo tocca fare altrettanto.

  18. I nostri selfie.

  19. Le nostre risate.

  20. Le nostre chiacchiere in terrazza a notte fonda degustando thè al posto del gin tonic.

  21. I tramonti meravigliosi.
  22. È stato un viaggio nettamente diverso dagli altri, pieno di emozioni contrastanti e di sorprese.

  23. Torno a casa con la certezza che ci rivedremo e con la speranza che il cedro che pianterò nel mio giardino

  24. cresca rigoglioso come quelli che popolano le vallate libanesi!

 

 

Nessun commento su Libano – colori e sapori di un paese affascinante, contrastante, accogliente e magico!

Umbria – un weekend di prati verdi, città medievali, degustazioni e gente meravigliosa!

  Avvolti da un cielo pieno di stelle e circondati da centinaia di lucciole al Castello di Baccaresca  in una stanza verde salvia: il nostro arrivo in Umbria è stata pura meraviglia.     Doveva essere un lungo…

 

  1. Avvolti da un cielo pieno di stelle e circondati da centinaia di lucciole
  2. al Castello di Baccaresca  in una stanza verde salvia:
  3. il nostro arrivo in Umbria è stata pura meraviglia.

 

 

  1. Doveva essere un lungo weekend dedicato al sacro cazzeggio ed alle degustazioni.
  2. Si è trasformato in un tour magnifico,
  3. alla scoperta di cittadine medievali, corsi di decorazione,
  4. cene sopraffine ma soprattutto gente meravigliosa.
  5. L’Umbria è sottovalutata.

  6. La Toscana vince facile ma, credetemi, l’Umbria non è da meno, anzi.

  7. Elegante, silenziosa e accogliente.
  8. Ci hanno raccontato che dopo l’ultimo terremoto si è bloccato tutto:
  9. niente più turisti, l’economia a picco,
  10. le botteghe hanno iniziato a chiudere.
  11. Noi con le lacrime agli occhi nell’ascoltare i racconti,
  12. loro con il sorriso e la forza,
  13. quella forza data dalla speranza e dalla certezza che il bello arriva,
  14. che non può piovere per sempre.
  15. Siamo partiti con una Mini macchina ed una mini valigia:
  16. dentro solo costume da bagno, infradito e parecchi libri da leggere.
  17. Prima tappa Città di Castello.
  18. Ora di pranzo e pioggia battente.
  19. La Trattoria Lea ci accoglie a braccia aperte
  20. e ci rifocilla con Birra Flea freschissima e salumi umbri.
  21. Abbiamo tentato di bazzicare per le vie del centro storico ma pioveva così tanto
  22. che un gentilissimo signore automunito si è impietosito,
  23. ci raccolto e ci ha accompagnato alla macchina.
  24. Potete immaginare come stavamo messi 😉
  25. Ergo, a Città di Castello s’ha da tornare!

 

  1. La meraviglia delle meraviglie inizia il giorno dopo,
  2. quando la pioggia lascia spazio al sole e noi mettiamo piede ad Assisi.
  3. I miei ricordi risalgono alla gita scolastica delle elementari:
  4. una settimana tra Umbria e Toscana
  5. – che se non fosse stata organizzata dalle suore del Collegio delle Nobili Dimesse
  6. sarebbe stata una on the road –
  7. il profumo della torta di mele dell’adorata maestra Paola,
  8. i racconti sulla vita di San Francesco,
  9. la Pinacoteca che è pura meraviglia.
  10. Dedali di stradine in un saliscendi che mette a dura prova le mie infradito
  11. ed un caldo assurdo che se dovete organizzare una trasferta umbra,
  12. evitate luglio e agosto se non volete ridurvi come pomodorini essicati al sole.
  13. Ad Assisi, per caso, siamo entrate nel favoloso mondo di Catia.
  14. Guardando le vetrine
  15. non si può non venire attratti dal Madame Bovary Outlet Store
  16. e dalla travolgente allegria della sua madame: capelli rossi, occhi profondi
  17. e sorriso avvolgente. 
  18. Ti investe con racconti di moda, di arte, di religione, di vino.
  19. Ti consiglia un abito, una borsa, una scarpa, un’enoteca.
  20. Entrare nel suo magico mondo è un’esperienza.
  21. Se passate da Assisi non potete non andare a conoscerla.
  22. Magari nel suo negozio non troverete nulla adatto a voi
  23. ma lei vi riscalderà il cuore e vi trasmetterà un pò della sua magia.

  1. Ad Assisi abbiamo pranzato all’ Osteria dei Priori
  2. in pieno centro storico: le migliori bruschette umbre
  3. e piatti artigianali in ceramica che mi hanno conquistata 😉

 

  1. A cena siamo arrivati fino a Montefalco all’ Enoteca l’Alchimista
  2. su suggerimento di Catia del Madame Bovary.
  3. E menomale che ci siamo andati: 
  4. vino bianco e stringozzi home made in piazza con un cielo pieno di stelle.

 

 

  1. Tra vallate verdi e distese di girasoli, arriviamo a Gubbio.
  2. Meravigliosa, piccola e ordinatissima.
  3. Ma soprattutto location della serie tv Don Matteo.
  4. In ogni bar, in ogni ristorante, in ogni angolo c’è traccia di Terence Hill e soci.
  5. Foto autografate, racconti comici e quel sapore del passato che ritorna.
  6. Abbiamo ammirato Gubbio dall’alto: 
  7. “Sopra i tetti di Gubbio
    Lungo la strada dei Ceraioli
    Verso la Basilica di Sant’Ubaldo
    Verso la frescura del Colle Eletto”
  8. grazie alla Funivia di Gubbio
  9. ( credo una delle poche ancora open air )
  10. In 6 minuti si parte dal cuore della città e si arriva alla Basilica di S. Ubaldo a 803 mt.

 

 

  1. A Gubbio la nostra strada ha incrociato quella di Patrizia.
  2. Siamo entrati nella sua bottega Gypsea
  3. attratti dalle meravigliose creazioni esposte nelle sue vetrine
  4. e ne siamo uscite con ben due attestati: la Patente del Matto
  5. ed il Diploma di Artigiano Temporaneo per aver partecipato al suo Corso di Decorazione.
  6. Abbiamo creato, colato, dipinto, decorato.
  7. Mai avrei pensato di avere la pazienza necessaria per creare due fiori colorati
  8. che adesso troneggiano orgogliosi nella lazy home.
  9. La sua bottega è piena di energia, di colore e di calore.
  10. Patrizia è un fiume in piena:
  11. racconta di lei, della sua meravigliosa famiglia,
  12. delle sue adorate opere d’arte, della sua passione infinita per il gesso con cui abbiamo
  13. scoperto si possono fare un sacco di cose:
  14. cornici, segnalibri, fiori decorativi e persino travi per il soffitto.
  15. Andare a Gubbio e non passare per la sua bottega non è nemmeno pensabile,
  16. siete avvisati!

 

 

  1. A Gubbio abbiamo cenato all’ Osteria del Bottaccione
  2. Aldo e Rosita gestiscono questa carinissima osteria un pò defilata,
  3. verso la gola del Bottaccione, 
  4. molto semplice e spartana dove le fettuccine sono fatte in casa,
  5. la crescia è un must, i salumi sono gustosissimi
  6. ed il vino viene servito nei bicchierini che usavano i nostri nonni.

 

 

 

  1. L’ultimo giorno lo abbiamo passato a Spello.
  2. E’ stato assolutamente casuale dal momento che non era nei nostri programmi
  3. e ci siamo ritrovati in un luogo da favola. 
  4. Era in corso il Concorso Finestre, Balconi e Vicoli fioriti
  5.  
  6. “Il fiore e la decorazione floreale delle finestre, dei balconi e dei vicoli del centro storico,
  7. diventano l’attrattiva naturale della primavera e dell’estate della città.
  8. Grazie alla generosità degli spellani,
  9. scorci e angoli urbani diventano quadri architettonici
  10. che entrano in concorso e valorizzano gli aspetti estetici
  11. e i luoghi caratteristici di Spello e dei suoi Castelli medievali”.

 

  1. Ho camminato a faccia all’insù e bocca aperta per tutto il pomeriggio.
  2. Un tripudio di colori e di profumi che non si può spiegare, si può solo vivere.

 

 

  1. L’ultima cena umbra è stata una vera e propria esperienza.
  2. Se amate il buon cibo ed il buon vino, l’Enoteca Properzio a Spello
  3. è imprescindibile, senza se e senza ma.
  4. S’ha da provare!
  5. E’ considerata tra le prime 5 enoteche in Italia 
  6. con oltre 2200 etichette da tutto il mondo,
  7. in un fantastico palazzo del 1500.
  8. Meraviglia allo stato puro.
  9. Ma il pezzo forte è il titolare Roberto:
  10. una bibbia in fatto di vini.
  11. Abbiamo mangiato come se non ci fosse un domani, 
  12. bevuto il Danubio e abbiamo portato a casa qualche bottiglia di nettare degli dei
  13. che quando si viaggia in macchina si sa, è tutto più facile 😉
  14. P.S. Spediscono all around the world, potete fare sonni tranquilli 😉 

 

 

  1. Di ogni viaggio porto a casa qualcosa,
  2. per ricordarmi dei momenti, delle emozioni, degli odori, dei sapori vissuti.
  3. Dell’Umbria ho scelto un ulivo
  4. che sta crescendo rigoglioso nella lazy home
  5. e che per me rappresenta la speranza e la vita.
  6. Ma la vera bellezza ce l’ho nel cuore
  7. perchè quello che mi hanno trasmesso le persone che ho incontrato qui
  8. vince su tutto.
  9. Si dice che le persone belle non lo sono mai per caso.
  10. Si dice che hanno vissuto, sofferto e hanno difeso il loro sorriso. 
  11. Se potete, se avete voglia,
  12. se avete un weekend libero andate in Umbria e lasciatevi travolgere dalla meraviglia.

 

 

 

Nessun commento su Umbria – un weekend di prati verdi, città medievali, degustazioni e gente meravigliosa!

You might also like...

Drink of The Week - La Piña Colada di Bosio!

Biodelivery! Frutta e verdura bio online!

Type on the field below and hit Enter/Return to search