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Amiche del Cactus – Il Libro

      Una signora dal parrucchiere: “Vorrei i capelli alla coda di gatto, perché alla cazzo di cane me li ha già fatto l’altra volta”. ( 1 ).  …

 

 

 

Una signora dal parrucchiere: “Vorrei i capelli alla coda di gatto, perché alla cazzo di cane me li ha già fatto l’altra volta”.

( 1 ).

 

 

 

I miei ricordi mi dicono che questa è la prima barzelletta che Lorena mi ha raccontato!

 

 

 

Singolare il nostro primo incontro: un caffè nell’appartamento dove vivevano lei e Roberto

 

durante la loro vita triestina…un preludio di ciò che sarebbe stato il nostro rapporto: parecchi

 

caffè, tante chiacchere ed un sacco di sane risate .

 

Perciò gli ingredienti c’erano già tutti: il palazzo, il caffè, le barzellette di Lorena.

 

 

 

“ A volte ritornano” si legge nei Ringraziamenti Generali alla fine del libro ed io dico:

 

 

MENOMALE!

 

 

Ci avete messo fin troppo!

 

 

 

 

Dunque, è chiaro che Lorena è una mia amica!

 

 

Diletta, invece, non la conosco ma ho provato da subito una certa simpatia perché la mia mente è sì molto fantasiosa, ma anche lineare e associa sempre un nome ad una personalità ben definita.

 

Molto spesso riesco anche ad immaginare la persona fisicamente.

 

Se poi ho un’amica omonima il gioco è fatto.

 

Mi piacerà sicuramente.

 

 

Perciò anche qui gli ingredienti ci sono tutti: una persona che si chiama Diletta non può che essere un insieme di cose belle.

 

Infatti ho una fantastica amica che si chiama Diletta che è il mio riferimento.

 

La Diletta scrittrice ama la danza ma odia il latino americano in un momento in cui tutti si muovono a passi di salsa. Nella mia Trieste pare esserci un’epidemia: ballano tutti.

Ma io, come Diletta, dico no!

 

E poi è una ritardataria cronica ergo mi piace sicuramente!

 

 

 

Ciò premesso, finalmente il libro è arrivato.

 

 

Ordinato su Internet perché, ormai, con la tecnologia ci vado a spasso!

 

 

L’ho letto tutto d’un fiato perché non è solo un libro ma è anche un decalogo di vita.

 

 

Semplice, diretto, ironico.

 

 

Come andrebbe presa la vita.

 

 

Cercando di cogliere quel bello che ci deve sicuramente essere, basta cercarlo!

 

 

Facilmente perdiamo di vista le cose davvero importanti e ci concentriamo su quello che il mondo ci chiede ma che, molto spesso, non ci appartiene e finiamo per chiudere solo “il bilancio del fare dimenticando quello dell’essere” ( 2 ).

 

 

E’ così che, al solito bar, con amici che vanno e vengono ma che offrono sempre uno spunto di riflessione personale, le due si dedicano alla gestazione delle “Amiche del Cactus”.

 

 

Una porta con sé il libretto giallo sul quale scrive, appunta, disegna ciliegie.

 

 

L’altra porta con sé una valanga di barzellette per ogni occasione.

 

 

Mi sono sempre chiesta che genere di memoria abbia Lorena.

 

 

Probabilmente un HARD DISK esterno che lavora in WiFi e che tiene sempre in borsetta: capta l’argomento e zac, al momento giusto, spara la barzelletta adatta.

 

 

Ognuna di noi è un’amica del cactus con la sua vita del cactus.

 

Ognuna di noi ha avuto le sue pene d’amore e con le amiche ne ha parlato, si è confidata, ha cercato conforto, conferme o vie d’uscita.

 

Qualcuna ha trovato il principe azzurro, qualcuna ha trovato un principe senza corona, qualcuna il principe di qualcun’altra.

 

L’importante è saperci ridere su.

 

 

 

C’è la vita, là fuori!

 

 

 

Sentendomi anch’io un’amica del cactus, leggendo, mi sono emozionata, ho riso e ho preso appunti.

 

Appunti per ricordarmi sempre che “ il magico potere curativo dell’amicizia e delle risate” può tutto. ( 3 ).

 

Scrivetelo su un post it e appuntatevelo sul frigo! Soprattutto se siete a dieta 🙂

 

 

 

 

 

 

Amiche del Cactus – di Diletta Dalla Casa e Lorena Sambruna

Golem Edizioni

( 1 ) pag. 70

( 2 ) pag. 103

( 3 ) pag. 79

 

 

N.B. Le varie foto – a parte quella in chiusura, dal sapore molto vintage, che ritrae me e Lorena qualche era fa, in ricordo della sua vita triestina – sono state fornite dalle autrici e dall’editore!

 

 

 

 

 

 

 

Amiche del Cactus!

 

 

La "copertina" del neonato!

 

Amiche del Cactus!

 

Amiche e Cactus!

Lorena e Mauro Corona!

 

Lorena e Checco Zalone!

 

 

Alessandra Comazzi, Lorena Sambruna e PIF!

 

Lorena e Vittorio Sgarbi!

 

Diletta Dalla Casa!

 

Lorena ed il Maestro Paolo Poli

 

Diletta,Lorena e Andrea G.Pinketts!

 

Diletta,Lorena ed il neonato!

 

Diletta e Lorena!

 

 

Bologna 2009!

 

Lorena&Me tempo fa...

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Crumb Bars di Diletta!

  Questa ricetta è arrivata a me grazie alla regina del gioiello homemade ovvero la mia amica   Diletta:   una fonte inesauribile di interessi, hobby, idee e tanti tanti…

 

Questa ricetta è arrivata a me grazie alla regina del gioiello homemade ovvero la mia amica

 

Diletta:

 

una fonte inesauribile di interessi, hobby, idee e tanti tanti dolci!

 

 

 

 

Tutto è partito da una semplice Whatsappata, alle 8:40 pm, proprio in area FAME NERA

 

quando il foglietto appeso al frigo recita:

 

 

LUNEDI’ – CENA: frullato EnerZona.

 

PORCA PALETTA/PUPAZZA/VACCA! Devo subire in silenzio!

 

Dile's WA!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Deduco sia spaziale in quanto il suo amato Gigi – per i più Matteo, mio amico d’infanzia

 

e suo tester in cucina – ha grattato anche la teglia!!!!!

 

 

 

 

 

 

Fondamentale: il libro esistenziale per golosi ovvero la Bibbia dei dolci made in US di Diletta 🙂

 

 

La Dolce Bibbia di Dile!

 

 

 

 

 

 

 

 

INGREDIENTI PER 20 BARRETTE:

 

200 gr di zucchero

400 gr di farina 0 ( Manitoba – The Best )

1 cucchiaino di lievito in polvere

1/4 di cucchiaino di sale

la scorza grattugiata ed il succo di 1 limone non grattato

230 gr di burro freddo a pezzetti

1 uovo

il succo di un limone

300 gr di marmellata di lamponi/fragole o frutta a scelta

400 gr di lamponi/fragole o frutta a scelta fresca

 

 

Start:

 

Preriscaldare il forno a 190 gradi e imburrare una teglia 22×33

 

N.B. Fino ad oggi ho vissuto nell’ignoranza: le teglie, per me, erano pù grandi o più piccole

 

ma le misure no.

 

Mai!

 

Però questo ordine nelle cose mi piace perciò se non avete in casa una teglia 22×33,

 

vedete di rimediate ASAP!

 

 

 

Nella planetaria mettere la farina, lo zucchero, il lievito, il sale e la scorza di limone

 

 

 

Manitoba!

Diamoci sotto...

Farina, uova e fruste!

 

 

 

 

 

 

 

Mescolare per bene e poi, a temperatura ambiente, con le mani, spezzettare il burro

 

ed aggiungerlo al composto e con le fruste al massimo della velocità far diventare

 

il composto granuloso.

 

Unire l’uovo e continuare a sbattere fino a far diventare il tutto un insieme di granuli:

 

 

 

 

Burro!

Farina e Burro!

Farina, uova e fruste!

Pallini golosi!

 

 

 

 

 

 

 

A questo punto versare metà del composto nella vaschetta imburrata:

 

Nel frattempo preparare la frutta, aggiungerci la marmellata ed un pò di succo di limone

 

mescolando bene

 

 

 

Fragoline!

Fragole!

 

 

 

 

Distendere la frutta nella vaschetta sopra al composto granuloso e coprirla con la restante

 

metà dei granuli.

 

Pronta per essere infornata per 45 min circa finchè la superficie non diventa dorata!

 

 

Pronto da infornare!In forno!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ora, la mia conclusione è la seguente:

 

Non c’è più religione: pubblico ma non mangio.

 

C’è qualcosa che non mi torna!

 

Nell’attesa continuo con il Drenax 🙂

 

 

 

 

 

 

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Tartare al coltello e senza uovo!

    Brindando al 14 con un Hendrick’s and Fever per veri intenditori, non si poteva non degustare   qualcosa di veramente speciale perciò Sara ha   ben pensato di…

 

 

Brindando al 14 con un Hendrick’s and Fever per veri intenditori, non si poteva non degustare

 

qualcosa di veramente speciale perciò Sara ha

 

ben pensato di spadellare a crudo e presentare una tartare al coltello da primato.

 

Una delizia.

 

Una bontà.

 

Una cosa da non smettere mai e portare a casa modello schiscetta 🙂

 

Anche per me che vorrei tanto tantissimo diventare vegetariana!

 

 

 

 

Mi dico che c’è sempre tempo perché ogni cosa ha il suo tempo e questo non è ancora il mio tempo!

 

 

 

 

Per adesso ricettiamo…è tutto molto molto semplice tranne ” il coltello” !

 

 

 

 

Per me, battere la tartara è cosa moooolto difficile!

 

Individuare la giusta misura della carne è complesso!

 

Avere in casa il coltello giusto quasi una chimera!

 

Considerando che la casa di Sara e Simone è una piccola coltelleria non è stato difficile come prevedevo ed il risultato è stato eccelso!

 

 

Io preferisco la battitura più grossa ma c’è chi, invece, la gradisce addirittura macinata…questo sta a voi!

 

 

Il resto è tutto qui:

 

 

 

Filetto di manzo

 

Cipolla

 

Peperoni

 

Capperi

 

Olio d’oliva

 

Sale qb

 

Pepe qb

 

 

 

Battiamo!

 

 

Cipolla e peperoni!

 

 

 

Cipolla tritata!

 

 

 

Peperoni!

 

 

Pronto da unire!

 

Battiamo tutti insieme!

 

 

 

 

Tritati tutti gli ingredienti si tratta solo di amalgamarli insieme ed aggiungerci l’olio d’oliva.

 

Sara, le quantità, le fa ad occhio!

 

Non sa darmi pesi e misure perché

 

” Vedi subito quando è ok! ”

 

 

Misceliamo!

 

 

Condiamo!

 

 

 

Per finire ci sono le questioni pane e burro:

 

pane caldo e croccante oppure pane al naturale!

 

Rigorosamente la prima!

 

Per quanto riguarda il burro per me è NO e non si discute!

 

 

N.B. La tartare, di solito, richiede l’uovo…quì non c’è ed è buonissima.

 

 

 

Anzi, più buonissima 🙂

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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La mia insalata del cuore!

    Ci sono piatti che si amano al primo assaggio!   Questo, per me, è uno di quelli!   Le sapienti mani e la galoppante fantasia del mio amico…

 

 

Ci sono piatti che si amano al primo assaggio!

 

Questo, per me, è uno di quelli!

 

Le sapienti mani e la galoppante fantasia del mio amico Simone hanno creato questa meraviglia dei sensi!

 

L’insalata si intravede appena sotto quel delirio di ingredienti deliziosi che la sommergono!

 

Potremmo dire che è decisamente proteica e che si può usare nella fase di crociera….con il forte rischio di affondare!

 

 

Per una volta ho deciso di seguire tutte le fasi della preparazione et voilà….semplice e veloce con un unico neo: sporcherete una batteria di pentole, compresa la teglia del forno e ci metterete tutto il weekend per digerirla ma NE VALE LA PENA!

 

 

Gli ingredienti sono:

 

Lattuga cappuccio;

 

Filetti di tonno;

 

Formaggio Feta Greco;

 

Speck;

 

Panna da cucina;

 

Zafferano;

 

Jocca se proprio vogliamo esagerare 🙂

 

 

Ingredienti e coltello SERIO!

 

 

 

 

N.B. Il cetriolo ed il Lime che vedete in foto fanno parte degli ingredienti dell’Hendrick’s and Fever…ottimo da degustare mentre si spadella ai fornelli 🙂

 

 

Si comincia tagliando la lattuga molto molto fine, quasi dei filetti.

 

 

Insalatina!

 

 

 

Nel frattempo si inforna lo Speck che rosolerà nel forno a 150 gradi per una decina di minuti fino a diventare croccante.

 

 

 

Speck croccante nel forno!

 

 

 

 

In un tegame oliato, si stendono i filetti di tonno ( Simone ha un paio di marche preferite…l’importante è che siano belli grossi !! ) e si fanno rosolare da entrambi i lati.

 

 

 

Tonno!

 

 

 

 

A questo punto si può mettere l’insalata tagliata nelle terrine, sbriciolarci sopra il formaggio Feta, lo Speck croccante ed il tonno rosolato.

 

 

 

 

Feta!

 

 

Speck!

 

 

 

 

In un altro tegame si versa la panna da cucina e lo zafferano mescolando fino a creare una crema abbastanza densa.

 

 

 

Panna e Zafferano!

 

 

 

Crema di Panna e Zafferano!

 

 

 

Siamo pronti per condire: crema di panna e zafferano, un pò di sale, un pò di pepe e aceto balsamico!

 

N.B. Io salto l’olio a piedi pari perchè ho una coscienza che me lo impedisce ma si può fare!

 

 

 

Condimento!

 

 

 

La mia insalata del cuore!

 

 

 

 

 

Ora, ditemi voi!

 

Io la amo!

 

 

 

 

 

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14: Cheers with Hendrick’s and Fever Very Homemade!

  In occasione dell’avvento di un nuovo 14 che, questo mese, è molto più importante e sentito   emotivamente dalla sottoscritta, non potevo non   celebrarlo in maniera imperiale!  …

 

In occasione dell’avvento di un nuovo 14 che, questo mese, è molto più importante e sentito

 

emotivamente dalla sottoscritta, non potevo non

 

celebrarlo in maniera imperiale!

 

Ergo: cena lucculiana Chez Saretta e Simo!

 

Amici, buon cibo e tante gioiose chiacchere 🙂

 

 

Menù:

 

Tartara battuta a mano da Sara;

 

Insalata NON dietetica: l’unica, vera, sola bomba calorica contenente delle verdi foglie che ingannano anche una tecnica come me 🙂

 

Peperoni Light – ad onor del vero io non ci vedo nulla di light ma la Chef così parlò! – ;

 

 

Seguiranno tutte le ricette perchè queste delizie vanno condivise!

 

 

Io ho pensato di iniziare con il necessaire: Hendrick’s y Fever!

 

 

Roba da intenditori 🙂

 

 

 

 

Ingredienti:

 

Hendrick’s Gin

 

Fever Tree

 

Lime

 

Cetriolo

 

 

 

Ingredienti!

 

 

 

 

 

 

Si inizia tagliando a fettine il cetriolo e grattuggiando la scorza del Lime:

 

N.B. Il Lime è una questione di gusti: c’è chi lo mette e chi no!

 

Noi decisamente si 🙂

 

 

 

Lime!

 

 

Intanto si versa nei bicchieri tanto ghiaccio ( a me, personalmente, piace che ce ne sia TANTISSIMO! )

 

 

Ice!

 

 

 

A seguire l’Hendrick’s e per finire la Fever Tree!

 

 

 

Preparazione!

 

 

Prima di brindare e tracannare, meglio lasciarlo qualche secondo – se proprio non ce la fate ad aspettare di più – o meglio qualche minuto a riposo affinchè gli ingredienti si mescolino per bene!

 

 

Ready!

 

 

 

 

 

…e Hendrick’s y Fever sia…

 

 

 

Degustando!

 

 

 

 

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Filetto alla Wellington!

  In occasione della cena settimanale Chez Sara e Simone, il menù prevedeva:     – Filetto alla Wellington; – Barchette di zucchine; – Patate al forno; – Fragolone scondite…

 

In occasione della cena settimanale Chez Sara e Simone, il menù prevedeva:

 

 

– Filetto alla Wellington;

– Barchette di zucchine;

– Patate al forno;

– Fragolone scondite per tenere viva la convinzione di essere ancora a dieta;

– Uova di Pasqua dei bambini consegnate in tremendo ritardo ma con tanto affetto 🙂

 

Sono riuscita ad ottenete ben due ricette ma ho pensato di dividere i post del filetto alla Wellington e delle barchette di zucchine perché

ho una coscienza e penso alla salute e alla linea di chi legge ma, per onestà, devo ammettere che io li

ho mangiati insieme!

Tante fette di filetto, tante barchette, tante patate e poche fragole 🙂

Ho degustato dall’inizio alla fine…ogni piccolo boccone rimarrà impresso nelle mia mente

e sulla mia bilancia, ahimè!

 

Il filetto è opera della mia amica Chef Sara, devota a Gordon Ramsey!

Talmente devota che, insieme alla ricetta mi ha Whatsappato anche:

 

 

” Io non ho messo le castagne…ma nemmeno Gordon!!! ”

 

 

Ora, fate voi!

 

 

Io le castagne le amo ovunque ma il Filetto era strepitoso anche senza di loro!

 

Ed era anche bellissimo…quasi un peccato affettarlo ma abbiamo superato questo blocco e ce li siamo magnati TUTTI E DUE!

 

 

 

Rotolo di Wellington!

 

 

FILETTO ALLA WELLINGTON:

 

Filetto di Manzo (700 grammi)

Funghi Pioppini o Champignon (700 grammi)

Senape inglese (q.b.)

Castagne (3)

Prosciutto di Parma (150 grammi)

Pasta Sfoglia (1 rotolo o 200 grammi)

Uova (1 rosso)

Aglio (1 spicchio)

Sale Grosso (q.b.)

Pepe (q.b.)

Timo fresco (q.b.)

 

Prendere il filetto di manzo e adagiarlo su un piatto, spolverarlo di sale grosso e pepe, facendo attenzione a ricoprire l’intera superficie.

Mettere sul fuoco una padella e aggiungere l’olio, versare il filetto e farlo rosolare su tutti i lati senza far cuocere la carne; la rosolatura serve a sigillare la carne in modo da non far perdere il suo succo durante la cottura al forno.

Togliere il filetto dal fuoco e spennellare immediatamente la senape inglese, ossia, quella un po’ più piccante della tradizionale, sulla carne e lasciare riposare. La carne freddandosi assorbirà il piccante della senape.

Nel frattempo preparare il ripieno di salsa duxelles: pulire con un panno umido i funghi e tagliarli grossolanamente, mettere nel mixer i funghi e uno spicchio d’aglio a pezzettini, aggiungere sale e pepe e frullare fino ad ottenere una crema omogenea.

Aggiungere alla crema le castagne, facoltative.

Prendere una padella antiaderente e metterla sul fuoco e far tostare la crema per eliminare l’acqua in eccesso e per far esaltare l’aroma, questo passaggio è fondamentale per la riuscita della ricetta.

Aromatizzare la crema con del timo fresco e lasciare raffreddare il composto.

Riprendere il filetto, ormai freddo, prima però stendere sul piano da cucina un velo di carta trasparente e posizionarvi sopra le fette di prosciutto di Parma, nella ricetta originale al posto del prosciutto si dovrebbe usare per bardare il filetto una frittata di timo o cipolle.

Una volta stese le fette di prosciutto una accanto all’altra spalmare la crema di funghi sopra il prosciutto.

Appoggiare ora il filetto, ripiegare su se stessa la parte finale di pellicola, sollevarla e avvolgere completamente il filetto, pressarlo con forza, e arrotolarlo per bene sigillare le estremità girandole su stesse come la carta di caramelle.

Lasciare filetto in frigorifero per 15 minuti.

Nel frattempo prendere il rotolo di pasta sfoglia e stenderlo sul ripiano da cucina e mettere al centro il filetto, facendo attenzione a togliere la pellicola trasparente.

Arrotolare la pasta sfoglia intorno al filetto finché le due estremità non s’incontrano e sigillarle in modo che siano perfettamente inserite all’interno della pasta sfoglia.

Spennellare con il tuorlo d’uovo sbattuto la superficie della pasta sfoglia, fare qualche decorazione con il dorso del coltello, tagliando per lungo e poi fare delle incisioni per largo. Spruzzare un po’ di sale grosso per far diventare la sfoglia croccante.

Cuocere in forno a 200° per 35 minuti. In questo modo l’interno del filetto rimarrà rosso, simile al roastbeef.

Togliere il filetto dal forno e lasciarlo riposare per almeno 10 minuti per permettere alla carne di riassorbire il sugo.

Servire in fette monoporzione

 

 

 

Wellington rosato!

 

 

 

Wellington ready to eat!

 

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