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Pavia – Una giornata fuori porta in una città che non ti aspetti.

    Ci sono capitata per caso e mi sono trovata a gironzolare in questa piccola chicca lombarda. Mezza giornata a piedi e l’avete vista tutta ma merita un passaggio….

 

 

Ci sono capitata per caso e mi sono trovata a gironzolare in questa piccola chicca lombarda.

Mezza giornata a piedi e l’avete vista tutta ma merita un passaggio.

Seguite il flow che dal centro storico pedonale vi porta al Ponte Coperto e al Borgo Ticino.

 

 

Borgo Ticino.

Ex villaggio di pescatori.

Le sue piccole case sono posizionate una accanto all’altra

e si distinguono per la diversa varietà di colori.

A momenti mi è sembrato di stare in una di quelle città del Nord Europa

che tanto amo.

 

 

Castello Visconteo.

Utilizzato a lungo come caserma militare,

dotato in età napoleonica di un sopralzo con tetto che maschera la merlatura,

nel Novecento il Castello è stato acquistato dal Comune,

restaurato e adibito a sede culturale:

ospita infatti le varie sezioni dei Musei Civici e sale per mostre d’arte temporanee.

Io ci sono andata per un concerto e l’atmosfera era davvero magica.

Tenete d’occhio il programma degli eventi!

 

 

Fun Fact.

Nel Borgo Ticino, sul muro di una casa rossa in

via Milazzo si trova scolpita la faccia della Linguacciona.

La storia risale ai primi decenni del secolo scorso

quando l’attività della lavandaia era molto importante grazie a quella che allora

era l’acqua pulita e limpida del Ticino.

Quello della lavandaia era un lavoro faticoso e svolto dalla donne:

le chiacchere e il pettegolezzo accompagnavano le loro lunghe giornate di lavoro

lungo le sponde del fiume.

La leggenda racconta che l’imprenditore lavandaio

per investire i denari guadagnati col lavoro della lavandaie fece costruire una casa sul

proprio terreno ma per farlo contrasse diversi debiti.

Le lavandaie, nei loro discorsi, sostenevano che

l’imprenditore “avesse fatto la casa con le ruote”

( l’àfat la cà cun süta i ròd in dialetto),

ossia che da un giorno all’altro i creditori

se la sarebbero potuta portar via.

In risposta a queste malelingue l’imprenditore

fece aggiungere alla facciata della casa l’immagine della “Linguacciona”

come una sorta di vendetta nei confronti delle malignità dette dalle lavandaie.

 

 

Ristorante Lino

Il piatto dei piatti resta la cotoletta di vitello

ma buonissima anche la loro carne salada.

Notevole l’uovo panato al nero.

Atmosfera rilassante e ottima posizione centralissima.

 

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