Termine derivato dal latino viridis che significa vivace. È il colore che rimanda alla natura, alle tematiche green e all’ecosostenibilità. È simbolo di tranquillità, pace, speranza, fertilità e abbondanza….
Termine derivato dal latino viridis che significa vivace.
È il colore che rimanda alla natura,
alle tematiche green e all’ecosostenibilità.
È simbolo di tranquillità, pace, speranza, fertilità e abbondanza.
La palette di verdi rimanda ai concetti di denaro,
destino, fortuna e sfortuna, speranza, invidia, salute ed energia.
Il verde è uno dei colori percepiti dallo spettro umano
e dal punto di vista psicologico rimanda alla perseveranza,
all’armonia e all’equilibrio.
Non a caso, questo colore è associato al quarto Chakra,
cioè quello del cuore e dei sentimenti.
Il detto più comune associato a questo colore è verde speranza.
Non a caso, di fronte ad una distesa naturale,
in cui il verde è predominante,
il sentimento che abbiamo è proprio quello di serenità e pace.
Il verde smeraldo rappresenta il relax ed è utile per ridurre lo stress mentale
e rallentare l’attività cerebrale.
La sua azione calmante opera infatti sul sistema nervoso
e stimola la lucidità e la logica, rendendo più riflessivi.
Il verde è tra i colori consigliati durante i momenti di passaggio,
come traslochi, cambi di lavoro o di vita, perché facilita il radicamento.
Il verde non solo dona un effetto calmante,
ma infonde anche un senso di giustizia e grandezza d’animo.
Chi ama il verde ha un forte autocontrollo
e il suo carattere forte lo porta ad imporsi sugli altri.
È molto abitudinario, non ama i cambiamenti e le novità,
si definisce conservatore e per certi versi insicuro.
Chi al contrario non ama il verde, invece,
è una persona che si pone alte aspettative
e che rimane spesso insoddisfatta e soffocata.
Nelle varie parti del mondo, il verde ha diverse accezioni.
È il colore tipico dell’Irlanda, dove simboleggia i Celti,
in Cina indica il marito tradito,
in Giappone la vita eterna e la giovinezza, mentre in India l’armonia.
Una curiosità riguarda le caverne antiche,
perché si tratta del colore della vegetazione e della natura, dunque escluso.
Secoli dopo, i Greci lasciarono testimonianza di un lessico cromatico molto vario,
dove ancora il nostro colore non compare, a favore del bianco,
del nero e di una vasta gamma di rossi.
Neanche Omero, poeta per antonomasia nell’immaginario comune,
accennò mai al verde:
per gli antichi era una mera tonalità pallida che sfumava,
debole e poco significativa, tra le altre tinte.
Solo all’epoca di Pericle, nel V secolo a.C., il verde trova spazio nella lingua:
viene definito prasinós, “porro”, senza attenzione per le diverse sfumature.
La situazione è però ben diversa tra gli Egizi,
dove il colore veniva utilizzato già ben 4000 anni fa con significati evocativi positivi:
colore della natura, della vegetazione e del papiro,
era il simbolo della rigenerazione, associato al sommo dio Ptah,
Creatore che avrebbe ordinato il grande Caos primordiale e il mondo dominato dalle acque.
Inoltre, anche il dio Osiride era chiamato “Il Grande Verde”,
cioè il dio che rinasce dopo la morte,
dunque di buon auspicio erano proprio le pietre e gli oggetti sulle tinte del verde.
Ancora diversa è la situazione dei Latini,
che al contrario dei Greci non ebbe mai problemi a pronunciare il termine viridis,
da cui il nostro “verde”.
A lungo venne considerato un colore “barbaro”,
per il colore degli abiti che venivano così tinti.
Si trattava tuttavia di un colore più prettamente limitato alle vesti femminili.
A Roma, però, anche i neonati venivano avvolti nel verde,
come simbolo di buona sorte
e con lo stesso intento si vestivano le donne in cerca di marito nel Medioevo,
in attesa del lieto evento.
Con l’avvento del Cristianesimo,
spesso era tinta di verde la croce di Cristo,
a simboleggiare l’immagine della resurrezione e rigenerazione del genere umano.
Agli inizi della storia di questa religione monoteista, però,
il colore aveva una connotazione negativa:
considerato un colore malefico,
il verde era associato al diavolo, alle streghe e ai serpenti.
La svolta venne con Papa Innocenzo III,
il quale decretò che il verde era da considerarsi un colore medio,
da usare in alternativa al bianco, nero e rosso.
Il color verde ha effetti calmanti, che vanno ad influenzare anche il carattere,
incidendo sul sistema nervoso e sulla concentrazione,
sull’autocontrollo e sulla memoria.
Nella cromoterapia è utilizzato per trattare tumori della pelle
e viene anche considerato in grado di avere effetti positivi sul metabolismo.
Nella cristalloterapia, invece,
si sfruttano alcune pietre come lo smeraldo, la malachite, la fluorite
e l’avventurina per perseguire il fine desiderato.
Secondo questa disciplina, infatti, il verde,
che simboleggia la natura e l’aria aperta, viene considerato ottimo da utilizzare
nell’arredamento se si vuole trovare la calma e l’armonia.
Per questo motivo, si consiglia il suo impiego prevalentemente nella zona notte
e nelle aree relax e di lettura, ma anche negli uffici
per favorire la concenrazione sul lavoro e lo studio.
Il testo è tratto dalla bellissima pagina de alfemminile.com