Varsavia. C’è silenzio e c’è la neve Ci sono le candele e ci siamo noi. Sono stata in Polonia per la prima volta quest’estate ed ho tanto sperato di…
-
Varsavia.
- C’è silenzio e c’è la neve
- Ci sono le candele e ci siamo noi.
- Sono stata in Polonia per la prima volta quest’estate
- ed ho tanto sperato di tornarci in inverno con la neve
- perché dove ci sono fiocchi c’è magia.
- Ed eccoci qui.
- Luci di Natale dappertutto, pesanti portoni in ferro decorato,
- neve lungo i bordi delle strade e un’atmosfera d’altri tempi.
- Ci ha conquistato subito.
- Con la sua eleganza e la sua lentezza.
Con il suo freddo pungente e le sue zuppe calde.
Con quel maestoso albero di Natale illuminato in piazza ed è quasi febbraio.
Ecco, diciamocela tutta, l’albero vince su tutto,- io posso ricominciare a canticchiare le canzoni di Natale senza vergognarmi
- ed in un attimo è poesia
- Il primo giorno ci siamo svegliati in una Varsavia cupa e nuvolosa.
- Ma la pioggia non ci ha fermato e abbiamo battuto Stare Miasto,
- la città vecchia, da cima a fondo.
- Quelle stradine ancora addobbate,
- i mille locali nascosti che per alcuni neanche Google Maps,
- le coppiette innamorate ad ogni angolo che ad averne in Francia
- Prévert ci avrebbe scritto un’intera
- enciclopedia,
- le chiese e i pierogi.
- Si, lo so che sto mischiando sacro e profano ma oggi è andata così:
- per metà giornata non abbiamo fatto altro che mangiare e bere
- e l’altra metà l’abbiamo dedicata al museo degli ebrei polacchi,
- il Museo Polin.
In tanti mi hanno chiesto se abbiamo scelto di venire in Polonia in occasione- dell’anniversario della Shoa
- ma no,
- è stato un caso, e la bellezza sta proprio qui.
È sempre un colpo al cuore ripercorrere quel pezzo di storia.
Passa il tempo ma fa male lo stesso, forse anche di più.
Buona notte sognatori, nonostante la pioggia qui si riescono a vedere le stelle.
Vorrà pur dire qualcosa, no?
- Varsavia è stata quasi completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale,
- per poi risorgere partendo dal centro storico a Stare Miasto,
- fedelmente riportato in vita grazie ai dipinti del Canaletto.
- Ed è proprio la città vecchia che è la chicca.
- Oggi abbiamo macinato km a Praga,
- l’unico quartiere scampato ai bombardamenti
- e che conserva tutt’ora gli edifici fatiscenti di inizio secolo.
- Sono anni di fermento e rinascita,
- di atelier di pittori e fabbriche dismesse ora studi artistici.
Sono come la nostra vicina Yugoslavia negli anni ‘80.
Sono le “latterie” – una sorta di mensa ricordo dell’era comunista- e ancora in voga tra gli autoctoni.
Sono cioccolate calde densissime al Wedel- che tuttora ha conservato lampadari e pavimenti originali.
Sono le birrette a metà pomeriggio ed il loro vino, per noi imbevibile,- che ci ostiniamo ad ordinare ogni sera perché sennò con che cosa si brinda?
Sono i colori dei murales ed il cielo plumbeo.
Sono i nostri giorni polacchi
- Ci ho messo un po’ a capirla, questa città.
- Ci ho messo qualche giorno a comprendere la sua riservatezza
- ciò che mi ha fatto innamorare di questo paese così accogliente e così pulito,
-
- ciò che mi fa dire con certezza che presto ci rivedremo
•
Di Varsavia non dimenticherò le decorazioni - ma soprattutto lo spirito natalizio a fine gennaio
- Qui Santa Claus batte il carnevale 10 a zero!
Le zuppe calde, i pierogi due volte al dì- che quelli curano il cuore più di una medicina,
- la birra a fiumi ed il vino che la mia nonna avrebbe definito rosolio.
I suoi caffè così caldi, così liberty, così accoglienti.
La cioccolata calda densissima.
Il profumo di pino lungo le strade e la pista di ghiaccio che circonda la sirenetta.
La pioggia , tanta pioggia, ogni giorno,- ma vuoi mettere il romanticismo?
Perché Varsavia è romantica di brutto, nonostante le ferite,- nonostante il dolore, nonostante tutto ciò che ha passato.
Ha mille facce e altrettante sfaccettature.
Ha la grazia di una vecchia signora che beve un thè caldo- e l’arroganza di una teenager ribelle.
Ha scorci meravigliosi e angolini con silenzi assordanti.
Ha la delicatezza della semplicità.
Ha l’eleganza ma soprattutto ha la lentezza.
Quella lentezza che serve ad assaporare la vita
- ciò che mi fa dire con certezza che presto ci rivedremo
- Noi siamo passati di qui e ci sono piaciuti tutti un sacco:
- Pod Samsonem – ci siamo fermati a pranzo e ci hanno deliziato
- con piatti tipici e birra polacca buonissima;
- Same Fusy – sala da the carinissima, accogliente e molto polacca!
- Io ho preso il the di Winnie The Pooh e vi ho detto tutto!
- To Lubie – uno dei miei posti preferiti.
- Sembra di stare in uno di quei film romantici francesi.
- Candele, finestre di legno umide e musica in sottofondo.
- The caldo e fetta di torta obbligatori 😉
- Stolica – forse il mio preferito.
- Ristorante elegante ma non troppo.
- Semplice ma non troppo.
- I migliori pierogi mangiati a Varsavia e la carne cotta a puntino.
- E ultimo ma non ultimo, sono simpatici!!
Nessun commento su Weekend a Varsavia – mille facce e altrettante sfaccettature di una città elogio della semplicità e della lentezza!